top of page

Copenaghen & Danimarca

1° giorno – arriviamo a Billund con il nostro volo Rayanair (172,20 € per entrambi, con un solo bagaglio imbarcato) che sono le 19. L’hotel nel quale abbiamo prenotato è lo Zleep Hotel a pochissimi passi dall’aeroporto, infatti non è necessario prendere un mezzo per arrivarci e lo si vede sulla sinistra non appena usciti dal terminal. La nostra camera confina con la pista di atterraggio, ma è ben insonorizzata e si dorme benissimo. Inoltre abbiamo avuto una piacevole sorpresa perché la nostra camera per due notti e due ingressi a Legoland aveva un prezzo di 316 €, all’arrivo abbiamo scelto di pagare in corone danesi, ma tramite carta di credito e il cambio favorevole ha fatto sì che pagassimo solo 288 €.

Dopo esserci sistemati, andiamo all’aeroporto a procacciarci la cena (Billund, infatti, non è una meta turistica dove trovare ristori) poi facciamo una passeggiata verso Legoland per sapere la strada esatta per il mattino dopo. Il tragitto è un po’ lungo, ma in Danimarca non ci sono salite e discese, solo piano, perciò è comunque piacevole. Oltre a Legoland non c’è altro che prati, campi e forse qualche fattoria.

 

2° giorno – ci svegliamo eccitati come dei bambini e corriamo a fare colazione, lo Zleep sarà l’unico albergo a fornircela. Il parco apre alle 10.

 

LEGOLAND

Billund è proprio il paese dove i mattoncini sono stati inventati, opera di un falegname che, grazie a questi, crebbe fino a diventare uno dei maggiori produttori di giocattoli al mondo. Il nome Lego deriva da “leg godt” che in lingua danese significa “gioca bene”. È solo dagli anni Cinquanta che i mattoncini hanno la forma che conosciamo ora e venivano fabbricati da un manipolo di apprendisti che intorno all’inizio degli anni Settanta erano diventati 900 dipendenti. Il parco di Legoland aprì nel 1968 e nei vent’anni successivi crebbe fino a diventare otto volte la grandezza originale.

Iniziamo subito con la vista del piccolo villaggetto Lego all’ingresso. Tutte le costruzioni sono fatte con i famosi mattoncini e sembra che per la realizzazione di tutto il parco ne siano stati utilizzati oltre 50 milioni. Quale protezione ci sono solo piccoli recinti e le casette sono a portata di mano per tutti i bambini e qui entriamo in contatto per la prima volta con l’educazione ed il rispetto tipici del nord Europa, dei quali da noi si sente spesso la mancanza, perché nessun bambino allunga le manine verso i fragili comignoli dei cottage e le mamme controllano severamente.

Proseguiamo quindi con le altre attrazioni, molto bella quella del Polo Nord, altrettanto per quella egizia e medievale. Stupisce l’acquario che non pensavamo di trovare compreso nel prezzo e anche il cinema 4D non delude. C’è anche un’area attrezzata ad acquafan dove i bambini sguazzano apparentemente senza sentire la temperatura esterna che non supera i 18°.

Il parco è prevalentemente per i bimbi, ma risulta molto interessante anche per gli adulti.

Chiude presto, verso le 19.30, e troviamo una navetta gratuita che ci porta proprio difronte all’hotel.

 

 

3° giorno (Km percorsi: 178 km) – Verso le 10 andiamo presso la reception di Hertz per ritirare la nostra auto (180 € per 4 giorni) e la Ford Fiesta che avevo prenotato si è trasformata in una Focus nera nuovissima. Appena salita, inebriata dal profumo di “auto nuova”,  inizio a testare la miriade di pulsanti sul cruscotto e sul volante, mentre ci allontaniamo dall’aeroporto verso la campagna danese.

 

HEJERL HEDE

La nostra prima meta è Vinderup, a poco più di 100 km da Billund, dove si trova Hejerl Hede. Il costo è di circa 17 € a testa. La giornata è meravigliosa, come del resto lo saranno tutte in questo viaggio, ed è piacevole passeggiare tra i cottage di paglia alla ricerca della casa del fabbro, del panettiere, del mulino ad acqua, etc. Tutte visitabili e con volontari vestiti in abiti d’epoca che svolgono le tipiche attività. Nei pressi del ristoro, troviamo anche un’area dove è possibile provare i giochi in voga due secoli fa e testare la propria resistenza fisica sulle pesanti bici di ferro con la tipica ruota sovradimensionata rispetto a quanto siamo abituati.

CASTELLO DI SPOTTRUP

Proseguiamo la nostra salita verso il castello di Spottrup a Mors, una ventina di chilometri ancora. Questo dovrebbe essere a pagamento (10 € circa) ma troviamo i tornelli aperti ed un signore che sta lavorando all’interno ci fa segno di entrare. Così facciamo un breve giro dell’esterno e ammiriamo il doppio fossato.

 

Proseguiamo quindi per l’alloggio che abbiamo prenotato per questa notte nel paese di Holstebro, o così credevamo. In realtà si trova sperduto nei campi di grano e fiordaliso, un spettacolo splendido. Il Bed & Breakfast si chiamava Stutteri Sonne. La nostra camera era carina con due lettini separati e il bagno esterno. Al piano superiore si trovava una grande mansarda openspace tutta per noi perché eravamo gli unici ospiti della casa. Funzionale e rustica anche la cucina che si apriva sulle praterie. Per una notte paghiamo 60 € a coppia, che è il prezzo che pagheremo in tutti gli alloggi del nostro viaggio.

La sera abbiamo fatto un giretto per Holstebro dove abbiamo visto un bel parco e poco altro perché non si tratta di una cittadina molto viva e nemmeno rilevante.

4° giorno (Km percorsi: 211) – Appena svegliati, ci dirigiamo verso il Jesperhus Park nei pressi di Nikobing Mors, il prezzo del biglietto è di 50 € in due, ma lo spettacolo è davvero impressionante.

 

JESPERUS PARK

Il parco è ricoperto di fiori di tutti i colori e di tutte le specie, pare ce ne siano più di mezzo milione. Grandi serre accolgono vari tipi di animali tropicali oltre che naturalmente alla flora, abbiamo così l’occasione di vedere, liberi tra gli alberi, molti pappagalli, farfalle e scimmiette. Il parco prosegue con un’area dedicata ad i giochi per i bambini ed un cinema 3D.

CASTELLO DI HOJRIIS

A metà pomeriggio ci dirigiamo verso il castello di Hojriis, poco distante, dove sembra che una moglie infedele sia stata murata viva. Diamo uno sguardo veloce, ma evitiamo di entrare e proseguiamo, invece, verso il Limfjorden e ci fermiamo ad ogni paesino che ci sembra un po’ carino. Sono tutti molto simili con il porto e le chiesette bianche dal profilo scalettato.

 

NATIONALPARK MOLS BJERGE

Verso l’ora di cena ci avviciniamo a quello che sarà il paese dove passeremo la notte, Knebel, che non è stato per nulla facile trovare. Poco prima di arrivarci, ci fermiamo al Nationalpark Mols Bjerge dove andiamo a visitare alcune rovine di una fortezza, chiamata il castello di Kalo, datata 1313. La cosa più interessante è che queste si trovano su un isolotto legato alla terra ferma da una sottilissima striscia artificiale di terra percorsa da una strada romana, perfettamente conservata. La visita è gratuita.

 

A Knebel l’ostello è delizioso ed i proprietari ci accolgono molto amichevolmente. La cucina è molto piccola, ma ci consente di preparare qualcosa che mangiamo poi in giardino. Dopo cena, visto che siamo al nord ed il sole è ancora alto, decidiamo di fare una passeggiata fino all’oceano nel quale vediamo spegnersi il giorno in un tramonto splendido.

 

5° giorno (km percorsi: 246) – I proprietari dell’ostello ci consigliano di andare sulla punta più estrema della penisola di Knebel per vedere i delfini, così ci alziamo di buon mattino e andiamo a fare colazione in spiaggia. Dopo pochissimo vediamo i delfini, non molto lontani, che giocano e saltano tra le onde.

 

ROSENHOLM SLOT

Esaltati da questo avvistamento non premeditato raggiungiamo Rosenholm Slot a Hornslet, dove entriamo nascosti tra la folla di atletici corridori in cerca della partenza per la loro gara. Il castello è molto bello e si specchia nel fossato regalandomi stupende fotografie. Con l’avvicinarsi dell’inizio della gara, la nostra copertura ha iniziato a vacillare, anche perché mi sarebbe risultato difficile spiegare come avrei partecipato alla corsa armata di reflex e con il mio candido vestitino estivo. Sgusciamo fuori dalle mura con la stessa calma con la quale siamo entrati, salutando i corridori ed eludendo la biglietteria.

DEN GAMLE BY

Proseguiamo, quindi, per Aarhus per vedere il Den Gamle By (25 € in due), una delle più belle attrazioni che abbiamo visitato. Da buon paese nordico, la Danimarca, obbedisce alla tradizione dei musei all’aperto e ne sforna uno per ogni città un po’ grandina che incontriamo. Tra i tanti (tantissimi) scegliamo di vedere questo (oltre al passato Hejerl Hede) perché ogni guida non fa che parlare d’altro. Le nostre aspettative non vengono comunque tradite.

All’interno del parco viene ricostruita una cittadina danese della fine del XIX secolo. Alcuni dei più vecchi edifici pare risalgano addirittura al 1550. Sono stati trasportati dalle diverse parti della Danimarca e disposte a formare un percorso temporale, a partire dal basso medioevo fino all’età vittoriana. È possibile entrare in ogni abitazione, in ogni giardino e in ogni negozio. Alcuni figuranti animano il borgo affaccendati nei più svariati mestieri. Vediamo così la farmacia (apotek), la panetteria e la locanda nella quale ci fermiamo a magiare, allietati da uno splendido concerto di signorine in pieno stile anni ’20.

Si prosegue il giro verso i quartieri più moderni, ovvero quello del 1927 e del 1974. Nel primo si iniziano a vedere le stazioni di servizio, le pubblicità e l’ufficio postale (ancora funzionante). Ogni edificio ha una storia. Il chiosco contenente il telefono pubblico, per esempio, era stato costruito per la città di San Pietroburgo nel 1900, spostato negli anni Trente ad Aarhus, è giunto al Den Gamle By negli anni Settanta ed è ancora perfettamente funzionante grazie alla presenza di un centralino telefonico anch’esso importato. La libreria, che vende ancora libri dell’epoca, incentiva a comprare solo per vedere il suo eccezionale registro di cassa in funzione. Un altro negozio interessante è quello della catena di Schou Saebehus che nel 1927 contava già più di 800 filiali, vendevano sapone, detersivi per la casa, cosmetici e spugne, purtroppo questo era chiuso.

Nel secondo quartiere, quello dedicato al 1974, invece, ogni negozietto vende gli oggetti che avrebbe venduto all’epoca, quello di elettronica vende e ripara quelle che noi definiremmo televisioni vintage, il fotografo vende pellicole datate e l’agenzia viaggi espone le tariffe del 1968, tra i viaggi sembra essere il lago di Garda il più quotato.

 

Prima di abbandonare Aarhus andiamo a dare un’occhiata al celebre anello di arcobaleno, sulla cima del palazzo che ospita il museo di arte moderna. Bello l’anello e bella la cittadina che abbiamo occasione di girare un po’. Viaggiamo alla volta di Odense con la contentezza di aver prenotato un albergo in centro storico, per una volta, e a un prezzo ottimo. Ovvio che non potevamo aver avuto una botta di fortuna, l’hotel infatti non meritava questo nome. La camera sembrava un sottoscala ed il bagno lo era chiaramente, inoltre misurava 1x1 metro e non è certo un’esagerazione. Niente colazione, ah ma il proprietario mi ha detto che c’è la cucina.. sì sì c’è, ampia, spaziosa, moderna e senza i fornelli! Non c’è neanche il microonde. Solo il frigo, il lavandino, il piano di lavoro (quale lavoro?) e tanti tavoli dove degustare manicaretti che non si possono preparare. Molto bene. Passeggiamo per la città e prima o poi un McDonalds ci salverà..

 

6° giorno (km percorsi: 110) – scappiamo al più presto dal Det Lille Hotel, al quale purtroppo dovremo tornarci anche questa notte, e ci dirigiamo al castello di Egeskov, che letteralmente significa “bosco di querce” e sembra che abbia preso questo nome perché è stato necessario un intero bosco appunto per costruire le palafitte sulle quali è appoggiato il castello.

 

CASTELLO DI EGESKOV

L’ingresso costa 45 € per entrambi. Il castello, eretto intorno al 1500, si trova al centro di un laghetto. Appena arriviamo lo spettacolo è molto bello perché, essendo una giornata di splendido sole, l’edificio si specchia nelle acque. Prima di visitare le sale, ci addentriamo nel parco. La prima cosa che visitiamo è il museo dei mezzi d’epoca, che da solo varrebbe il prezzo del biglietto. Il proprietario di Egeskov, infatti, è un famoso collezionista di auto e moto dei primi del Novecento. La sua collezione è poi stata ampliata grazie a donazioni e racchiude anche veicoli degli anni Cinquanta. Le sezioni che meritano più interesse sono quelle delle auto antichissime e quella delle roulotte. Una di queste, la prima mai costruita, è un recente acquisto del museo e venne utilizzata per le vacanze dal precedente proprietario fino a pochi anni fa.

Ci vorrebbero delle ore per visitare bene tutto il museo, ma noi ci spingiamo verso il museo delle carrozze e delle bici, dove troviamo dei mezzi davvero interessanti. Sullo stesso tema c’è anche il museo dei camion della Falck, che sono i pompieri danesi. Anche in questo caso sono mezzi d’epoca. Un’altra piccola visita la facciamo al museo dei giocattoli e delle bambole, collezione della moglie del proprietario. Quasi all’uscita vediamo anche un negozietto anni Cinquanta con tutti i prodotti dell’epoca nelle vetrine, molto carino.

Sono tre i labirinti verdi che troviamo all’interno del parco, ma decidiamo di farne solo uno, che al centro premia con una piattaforma dalla quale si gode una vista del parco.

Dopo aver pranzato e dato un velocissimo sguardo alla tomba di Dracula, andiamo a fare un’ulteriore prova di coraggio attraversando gli alberi della foresta di Egeskov su strettissimi e ondeggianti ponti sospesi. Superata la prova, ci dirigiamo finalmente al castello, dove ci viene consegnata la guida in italiano, unica che riusciremo a trovare nel nostro viaggio. Le sale sono molto belle, ma la più caratteristica è senz’altro quella che racchiude il palazzo di Titania, una casa delle bambole che un papà ha costruito (in 15 anni) per i folletti che aveva visto in giardino la sua bambina. Ogni mobile è intarsiato, i soffitti dipinti e i pavimenti decorati. Il tutto corredato da oggetti per uso domestico in miniatura.

Un’altra particolarità del castello è che nel piano sottotetto si trova il “bambino di lego”, posto sotto le travi della torre centrale. Si dice che se si sposta il bambino, Egeskov sprofonderà nel lago la notte di Natale. Così tutti i precedenti proprietari del castello, non passarono mai le festività in questa tenuta. Gli attuali, invece, celebrano il Natale qui, ma di spostare il bambino non se ne parla.

 

FAABORG

Finita la visita, ci dirigiamo verso Faaborg, una caratteristica località portuale. Passeggiamo un po’ per le vie, mangiandoci un buon gelato. La sera, tornando ad Odense, ci fermiamo a cenare all’Ikea e questo può dare un’idea del valore della gastronomia danese.

 

7° giorno (km percorsi: 168) – Scappiamo definitivamente dal Det Lille Hotel e ci dirigiamo verso la Selandia. Attraversiamo il ponte poco dopo l’alba e lo paghiamo 31 €. Copenhagen è poco trafficata, così non fatichiamo a raggiungere l’aeroporto e a riconsegnare l’auto. Facciamo subito la CPHCard (65 € a testa x 72 ore) così da avere i mezzi gratuiti. Usciti dalla metro, percorriamo un paio di chilometri a piedi, con le valige, e arriviamo a quella che dovrebbe essere La Villa Guesthouse (180 € x tre notti in doppia), ma la signora che ci accoglie ci fa salire in macchina e ci accompagna in un’altra casa, a diversi isolati, i mezzi sono comunque comodi.

 

CASTELLO DI FREDRIKSBORG

Subito prendiamo la metro e poi il treno per il castello di Frederiksborg, a Hillerod, a un’oretta dalla capitale. Come molte altre visitate, anche questa è al centro di un laghetto. Le sale sono le più belle che abbiamo visto in tutto il viaggio. Appesi alle pareti ci sono molti dipinti di artisti contemporanei che ripercorrono le principali tappe del regno di Danimarca, donati dagli artisti, quando la corona decise di restaurare Fredriksborg dopo un incendio che lo aveva distrutto quasi interamente. Uno dei principali finanziatori dell’intervento, comunque, fu Jacobsen, il fondatore della Carlsberg.

Gli stucchi ed i decori sono pregiatissimi, forse i migliori che abbiamo potuto vedere nelle corti europee. La stessa cura non è stata riservata ai giardini (oppure si è persa nel tempo) che risultano carini, ma non eccezionali. Ora il castello è sede del Museo di Storia Nazionale perché grazie ai suoi dipinti ed agli arredamenti ripercorre tutta la storia della Danimarca, diventando il primo museo contemporaneo del Paese.

 

CASTELLO DI KRONBORG

Prendiamo poi il treno per Kronborg, il famoso castello al quale Shakespeare ha ambientato il suo Amleto. Temo invece non si tratti altro che di una diceria per favorire il turismo presso un monumento che sarebbe di certo passato inosservato. Se la facciata è carina, guardano le sale interne ci si chiede come possa essere stato dichiarato patrimonio dell’Unesco. Fortunatamente il prezzo del biglietto non lo paghiamo perché compreso nella card.

Dopo una visita brevissima, torniamo in centro città.

 

RUNDETARN

La prima cosa che incontriamo è la Rundetarn, una torre rotonda, annessa alla chiesa della Trinità, che è stato costruito per essere un campanile, ma è diventato celebre come osservatorio astronomico ad uso dell’università. La sua caratteristica è quella di non avere gradini, ma solo una rampa elicoidale che sale fino alla cupola, in modo da agevolare il trasporto degli strumenti scientifici.

 

TOUR DEI CANALI

Tornati allo Stroget, la via pedonale più vecchi al mondo, istituita nel 1962, ed ancora la più lunga d’Europa. Ci dirigiamo verso i canali e prendiamo un battello per una mini crociera di un’oretta (sempre compresa nella card). Abbiamo anche la fortuna di avere la guida in italiano. Vediamo così il Borsen e la sua originale cuspide formata dall’intreccio di quattro code di drago, il quartiere dei cantieri navali e il celeberrimo diamante nero, oltre a moltissime altre costruzioni che si affacciano sull’acqua. I ponti di Copenhagen sono tutti larghi e molto bassi, ci si chiede come abbiano fatto a passarci le navi.

8° giorno – La prima visita della giornata è al castello di Rosenborg, ma poiché apre solo alle 10, prima andiamo a vedere il suo Botanisk Have. Ciò che più colpisce tra tutto è la Palmehus, la vasta serra circolare che ospita centinaia di piante tropicali, pare che sia stata costruita usando 4.000 mq di vetri.

 

CASTELLO DI ROSENBORG

Tornando al castello, la facciata è nel solito stile rinascimentale olandese (vedi Kronborg, Fredriksborg e un po’ Egeskov), con mattoni rossi e tetti verde rame. Lo scopo del castello è quello di custodire i beni regalati ed ereditati dalla corona e le sue sale vennero aperte nel 1838 con lo scopo di dare una rappresentazione della storia della nazione. Le sale sono illuminate quasi esclusivamente dalla luce naturale. La stanza che ci sorprende di più è un bagnetto piastrellato, molto simile ai nostri moderni. Certamente molto belli sono anche gli intagli con marmi di colori diversi, per tavolini o pavimenti, e non dimentichiamo un lampadario fatto essenzialmente di ambra. I due troni, salvati da uno degli incendi, non sono di avorio, bensì di corna di narvalo.

Nelle fondamenta del palazzo, si trova la stanza del tesoro, ricca di oggetti in avorio e gioielli, tra cui qualche corona eccezionale.

È l’ora di pranzo e torniamo verso la via pedonale. Ci fermiamo al Post&Tele Museum e curiosiamo tra gli oggetti conservati, come i vecchi telefoni e le buche postali, risalenti anche al1600.

 

AMALIENBORG

Dopo aver pranzato alla piadineria appena di fianco, proseguiamo per Amalienborg. Prima di arrivarci riusciamo anche a vedere l’esposizione di sculture di sabbia. Amalienborg è una piazza ottagonale con quattro palazzi gemelli, disposti in armoniosa simmetria. Guardando il porto, a destra c’è il palazzo dei ricevimenti di corte, a sinistra la residenza del principe ereditario ed in fondo quella della regina madre.

 

CASTELLO DI CHRISTIANSBORG

Per concludere il tour dei castelli della Selandia andiamo al Christiansborg. L’attuale palazzo è la quarta ricostruzione che troviamo sulle stesse fondamenta. È abbastanza recente, infatti è stato ricostruito nel 1907 e, in una delle sue precedenti versioni, è stato residenza reale, prima che questa fosse spostata ad Amaliemborg. Le sale sono tutte stupende ed imponenti, è un peccato che non sia molto pubblicizzato. La sala grande è stata rinnovata in occasione del 60° compleanno della regina Margarethe II con dei bellissimi arazzi donati da una comunità d'affari danese alla regina. I colori sono molto vivaci e rappresentano delle scene della storia della Danimarca. Davvero molto belli.

 

Usciti da Christiansborg, decidiamo di far visita alla biblioteca reale, passando dal Diamante Nero. Non c’è molto da vedere, anzi direi nulla. Il Diamante però è una costruzione molto interessante e ci rilassiamo a contemplarla seduti sulle sedie del suo bar, affacciato su uno dei canali.

 

RADHUSPLATZ e DANSK MUSEUM CENTRE

Piano piano sta scendendo la sera e andiamo alla Radhusplatz (piazza del municipio) e visitiamo il Dansk Museum Centre, che non soddisfa però le mie aspettative circa l’essenza del puro design danese. È più che altro una mostra di materiali innovativi.

 

HANS CHIRISTIAN HANDERSEN MUSEUM e  TIVOLI

Poi vediamo il museo di Hans Christian Handersen che è più che altro per bambini, ma un modo piacevole per trascorrere il tempo prima di entrare a Tivoli.

Quando usciamo dal museo è ormai buio e ci dirigiamo verso l’ingresso del parco di Tivoli. Il suo fascino sta proprio nel gusto un po’ retrò che lo pervade (le montagne russe più vecchie risalgono al 1905). Il fondatore fu il figlio di un diplomatico che ottenne la concessione reale per realizzare un giardino sui bastioni meridionali di Copenhagen (oggi in pieno centro) che andò rapidamente popolandosi di edifici ispirati a mondi lontani, pare che Andersen lo frequentasse per trarre ispirazione. Il fascino più grande sicuramente lo trasmette la sera, con tutte le lanterne illuminate ed i suoi fuochi d’artificio.

9° giorno – Al mattino molto presto siamo di fronte all’ingresso del Kastellet, una fortezza con pianta a forma di stella.

 

KASTELLET e SIRENETTA

Purtroppo dal suolo non possiamo godere di questa sua forma e risulta nient’altro che un giardino verde con qualche caserma ancora in funzione. Questa passeggiata mattutina, però, ci permette di godere della vista della Sirenetta senza troppi turisti. È il simbolo della città ma è recentissima, è infatti più giovane anche della Tour Eiffel o della Statua della Libertà. Fu un regalo del mecenate Jacobsen (Carlsberg) e sopravvisse a due conflitti mondiali, ma non agli atti di vandalismo degli ultimi anni tra i quali un paio di decapitazioni. Sembra, insomma, che la Sirenetta con lo sguardo malinconico verso l’oceano, più che l’amore per il bel principe, si distrugge per le sevizie che le riserva la stupidità di alcuni mortali.

 

NYHAVN

Andiamo al Nyhavn dove si respira ancora l’aria dei lupi di mare. Le casette coloratissime lo rendono uno delle mete più turistiche della città e da qui partono le visite guidate sui battelli. Grazie ad un colpo di fortuna troviamo due city bike, infatti sono pubblicizzate moltissimo, ma è praticamente impossibile trovarle. Funzionano come dei carrelli della spesa, per sganciarle si inseriscono 20 corone che vengono restituite quando le si riconsegna. L'idea è molto bella ed i posti di raccolta sono sparsi per tutta la città, solo che vanno a ruba e non ce n'è abbastanza.

 

FABBRICA DELLA CARLSBERG

Con il nostro nuovo mezzo decidiamo di andare alla fabbrica della Carlsberg, non poi così vicina. La fabbrica non è speciale, ma è interessante la collezione di birre con oltre 21.000 bottiglie, alcune delle quali bellissime e rarissime. Colpisce molto anche l'ingresso con i quattro elefanti e la riproduzione della sirenetta che si può ammirare ed apprezzare ancor meglio dell'originale.

 

Torniamo poi al Christiansborg per vedere le fondamenta che la nostra guida tanto decanta e che non sono altro che un ammasso di sassi, vediamo anche le scuderiie con l'esposizione delle carrozze.

 

VOR FRESLER KIRKE (CAMPANILE A SPIRALE)

Come ultima tappa scegliamo di salire sulla cima del campanile di Vor Fresler Kirke (Chiesa del Nostro Redentore) che da più di 250 anni è uno dei riferimenti di Copenaghen. La guglia del campanile venne inaugurata nel 1752, più di 50 anni dopo il completamento della chiesa. Salirci è un po' faticoso perchè ci sono più di 400 gradini, 150 dei quali sono esterni, ma la vista è appagante di ogni fatica. La guglia ha la forma di spirale esteriore con quattro spire. Durante la salita si è protetti da una ringhiera di ferro dorato. Alla sommità c'è un globo dorato sul quale la statua dorata del Cristo portabandiera guarda la città.

Il carillon del Nostro Redentore ha una fama internazionale, sia perchè la chiesa viene visitata da più turisti di qualsiasi altra chiesa in tutta la Danimarca, sia perchè il carillon è il primo ad essere stato installato in Scandinavia in tempi moderni.

 

CRISTIANIA

Prima di finire il giro della città, decidiamo di dare una breve sbirciatina a Cristiania, il quartiere anarchico della città. La nostra guida lo dipingeva come un simpatico e colorato mondo hippie, in realtà non è altro che un ricovo di spacciatori, sporco e malfrequentato.

 10° giorno - questo è il nostro ultimo giorno e l'aereo parte alle 19. Purtroppo ci è scaduta la CPH Card (che dura 72 ore) così non possiamo entrare in nessun museo gratuitamente. Decidiamo così di fare un giretto per il Nyhavn e per tutti i canali del centro città, nonchè lasciarci andare ad un giro di shopping per lo Stroget.

Le considerazioni di tutta la vacanza sono che la Danimarca (o forse tutti i paesi scandinavi) è molto cara, benchè abbiamo cercato di risparmiare il più possibile abbiamo speso circa 1.000 € a testa, siamo stati fortunatissimi con il tempo che è stato sempre splendido. Copenaghen è una bella città, pulita e tranquilla, ma di certo la cosa che mi è piaciuta di più è stata vagare per i campi di grano ed i cottage di paglia. Abbiamo sempre trovato persone cortesissime, che ci hanno accolto calorosamente.

 

Dalla Villa Guesthouse all'aeroporto ci sono un paio di fermate della metro e circa 5 del bus 2A, quindi siamo comodissimi. Prima di partire salutiamo i nostri amici islandesi, con i quali abbiamo fatto amicizia la sera prima.

bottom of page