top of page

Derry - Irlanda del Nord

1° giorno – partiamo da Malpensa che sono le 21.25. Il nostro volo per Dublino è con l'Aerlingus, compagnia di bandiera irlandese, e dura un paio d'ore abbondanti, per il viaggio di andata e ritorno paghiamo 187 €. Arriviamo all'aeroporto con il fuso orario a favore e nessun bagaglio da ritirare, niente imbarcato, così prendiamo il bus Airlink e andiamo diretti al Jacob's Inn (ostello già testato in un precedente viaggio) dove paghiamo una tripla 25 € a testa. Purtroppo il terrazzino all'ultimo piano, proprio di fianco alla nostra stanza, è chiuso e non possiamo andare ad ammirare i tetti della città. La fermata del bus dell'Airlink è molto vicina all'ostello e paghiamo 10 € per il pullman (andata e  ritorno). 



2° giorno – Alle 13 parte il nostro pullman diretto a Derry dalla Bus Station nei pressi del Jacob's Inn. Così ci alziamo molto presto e, fatta la colazione, facciamo un brevissimo giro per la città. Prima tappa il Trinity College, facciamo un giretto all'esterno degli edifici, anche se darei qualsiasi cosa per sedermi un po' tra quei banchi o addirittura seguire una lezione, va bè, questa volta siamo troppo di fretta, forse la prossima. ll Trinity College è una delle istituzioni della città di Dublino. Istituito nel 1593 da Elisabetta I, che temeva il monopolio cattolico della cultura sull'isola, vide passare nelle sue aule letterati famosi e uomini di cultura e, nel 1903, tra le prime donne studentesse universitarie dell'isola.

 

BOOK OF KELLS

Decidiamo di andare a vedere il celebre Book of Kells, molti dicono sia il libro più bello del mondo, visita immancabile per chi passa da Dublino, il più bel manoscritto medievale. Pare non possiamo fare altro che andare a vederlo. Il prezzo del biglietto non è economicissimo, ma sono poi 8 € e noi siamo abituati ai prezzi dei musei italiani. Purtroppo non abbiamo molto tempo per visitare la mostra su come venivano eseguiti i codici miniati perché il tempo stringe e a questa dedichiamo poca attenzione.

Arriviamo al protagonista delle sale, ovvero il Book of Kells, noto anche come Grande Evangeliario di san Columba, è un manoscritto miniato, realizzato da monaci irlandesi della Contea di Meath intorno all'Ottocento. Qui viene esposto a rotazione uno dei quattro libri che compongono l'opera, mentre filmati e testimonianze mostrano le modalità di realizzazione e rilegatura dei manoscritti in epoca medioevale. Indubbiamente bello e con pregevoli miniature, però forse mi sono approcciata con troppe speranze e al cospetto del libro questo mi è sembrato un po' ordinario. Ora non vorrei esagerare con un giudizio troppo negativo. Certamente si tratta di un libro che si trova in uno stato di conservazione eccezionale, anche se pare che manchino circa 30 pagine, e con un grado di lavorazione degli scritti certamente con estremo valore, ma a me non è sembrato poi quest'eccellenza. 

Molto carina anche la stanza successiva, dove visibili al pubblico in un'ala dell'Università stipata di volumi da terra al soffitto, ci sono opere uniche e prime edizioni. Una delle prime edizioni della Divina Commedia è esposta in una teca accanto alle opere di Wiliam Shakespeare, oltre ai  documenti originali, tra cui una delle pochissime copie rimaste della proclamazione della Repubblica Irlandese, e testi della letteratura mondiale.

Nella biblioteca è esposta anche un'Arpa del XV secolo leggendariamente attribuita al re irlandese Brian Boru.

Forse per assurdo questa parte mi è piaciuta di più.

 

CHRIST CHURCH

Proseguiamo poi con la visita della Christ Church (6 € l'ingresso). L'attuale struttura della cattedrale risale al 1870, ma essa è stata sostituita ad una in legno, molto più antica, costruita per volontà del primo re vichingo Sigtrygg Barba di Seta, nel 1038, dopo la sua conversione al cristianesimo. All'interno è molto mistica, un po' come tutte le chiese anglosassoni senza i fronzoli di cui sono adornate quelle nostrane. Regna la pietra, il colore grigio e la luce naturale che entra dalle vetrate. Nella cripta si perde un po' quest'aura mistica perché si trova una pittoresca enoteca (sì, sempre all'interno della chiesa e no, non è sconsacrata), un negozietto di souvenir e una mostra con due mummie una di un gatto e l'altra di un topo, oltre ad alcuni vestiti della fortunata serie tv dei Tudor che pare sia stata girata in parte anche qui. Un ponte, poi, collega la cattedrale alla Synod Hall, che ora è sede di Dublinia, una mostra sulla Dublino celtica e vichinga.

 

TEMPLE BAR

Vediamo di sfuggita anche il quartiere di Temple Bar, proprio nel momento in cui comincia a piovigginare, costeggiamo un po' il fiume Liffey e vediamo tra una stradina e l'altra The Spire. Quest'ultima è una torre in acciaio alta 121 metri, dal diametro di 3 metri alla base e di 15 centimetri alla sommità, che si trova su O'Connel Street. Il monumento è stato commissionato come parte di una riprogettazione del tracciato stradale nel 1999, rappresenta anche la continua lotta della stessa verso la piaga sociale della droga, rappresentata da un gigantesco ago. 

 

Pranziamo con un'Irish Breakfast in un pub vicino al Jacob's, recuperiamo le valige e prendiamo il pullman delle 13, in perfetto orario. Il costo del biglietto per andare fino a Derry è di 30 € con il ritorno. Il viaggio dovrebbe durare all'incirca 3 ore e mezza, ma ne durerà ben una in più per motivi che non sono riuscita a comprendere. Finalmente arriviamo a Derry e ci sistemiamo al nostro ostello, Iona Inn "dall'altra parte del fiume", dettaglio non poco rilevante. 

All'inizio mi sono spaventata del lungo ponte che collega lo Iona al centro di Derry, ma questi sono gli inconvenienti di voler stare in waterside (dalla parte giusta?), in ogni caso non è poi così lungo.
Abbiamo pagato una tripla 25 € a testa e la stanza era enorme, addirittura con due divani e tre letti in più. Il bagno pulito, ci ho messo un po' a capire il funzionamento della doccia, ma nulla di impossibile. Oltre alla colazione, in camera c'era un bollitore con tè e caffè, lette, zucchero, biscottini e mini scones, per placare la fame a qualunque ora del giorno e della notte. Ultima nota riguardo alla colazione è che si può richiedere l'Irish Breakfast ed è inclusa nel prezzo. La reception è il bancone dell'omonimo pub accanto, ma non è poi una gran scocciatura.

Prima di cena vado a cercare l'ufficio turistico e spiego alla signorina al banco che il giorno dopo vorrei andare a vedere le Giant's Causeway. Lei mi chiama un taxi privato e mi dice che con 30 £ a testa, lui sarà la nostra guida per tutto il giorno. Splendido! Accetto subito.

Andiamo poi a cena in uno dei ristoranti forse più chic della città, scelto a caso, e ci siamo trovati molto bene. Non è ancora molto buio quando usciamo, così decidiamo di percorrere le mura di questa città, discutendo della sua storia controversa. Il nome della città è soggetto ad una disputa tra i nazionalisti (principalmente cattolici) e gli unionisti (in larga maggioranza protestanti). I nazionalisti chiamano la città Derry, dall'anglicizzazione del gaelico Doire che significa "bosco di querce", e parte degli unionisti la chiamano Londonderry, nome adottato dai britannici nel 1613 posteriormente ad una plantation, con l'adozione di una Royal charter che ne sancì la denominazione, tutt'oggi ufficiale, a seguito di tentativi di ricostruzione urbana su imitazione di Londra. Sebbene il Royal charter non sia mai stato modificato e in atti ufficiali e mappe il nome della città risulti essere Londonderry, la situazione non è semplice come possa sembrare, ma in realtà molto caotica: la maggioranza degli abitanti, infatti, la chiama Derry, l'aeroporto stesso della città si chiama Derry.

La situazione crea incomprensioni e disagi da molto tempo. Non è un fatto nuovo trovare cartelli pubblicitari o stradali oggetti di vandalismo, con la scritta London cancellata in alcuni casi, o aggiunta in altri. Ma è ormai entrata anche nella cultura: curioso un aneddoto relativo al conduttore radiofonico Gerry Anderson, che ironizzando sulla disputa, propose di chiamare la città Stroke City (Derry/Londonderry in inglese si legge "Derry Stroke Londonderry"): la popolazione, per tutta risposta, cominciò a chiamare il commentatore "Gerry Stroke Londongerry".

La passeggiata sulle mura è bellissima, regna una pace unica, e riusciamo anche a vedere i murales della Derry Libera.

3° giorno – alle 9 il nostro autista è già nella hall che ci aspetta.

 

GIANT'S CAUSEWAY

Partiamo alla volta delle Giant's Causeway, sono eccitatissima! Mentre il proprietario dell'ostello, la sera prima, mi aveva spaventato con le sue previsioni del tempo pessime, io continuo fino all'ultimo a credere a Giuliacci e quando arriviamo alle scogliere non c'è neanche una nuvola in cielo. Il paesaggio è bellissimo. È composto da circa 40.000 colonne basaltiche, formatesi da una eruzione vulcanica circa 60 milioni di anni fa, generalmente a base esagonale, ma non ne mancano anche a quattro, cinque, sette o otto lati. Le più alte raggiungono i 12 metri d'altezza, ma alcune, essendo situate su delle scogliere, si innalzano anche per 28 metri. Le formazioni visibili a occhio nudo sulla costa sono solo una parte del complesso, che prosegue anche nel fondale marino adiacente.

Il Selciato del gigante è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'Unesco nel 1986 ed è una riserva naturale nazionale dal 1987; attualmente è di proprietà del National Trust, che lo gestisce.

La leggenda più famosa e accettata riguardava il gigante Finn McCool, che avrebbe costruito un selciato per camminare fino alla Scozia per combattere un altro gigante, Benandonner. Una versione della storia narra che Finn cadde in un sonno profondo prima di andare in Scozia, perciò quando Benandonner venne per cercarlo, la moglie Oonagh coprì con un drappo il marito Finn e pretese di convincere il rivale che in realtà quello fosse il loro bambino. In una variante, avendo visto l'enorme stazza del nemico, è lo stesso Fionn a dire alla moglie di preparare l'equivoco. In entrambe le versioni comunque, quando Benandonner vide la mole del "bambino", pensò che il padre dovesse essere terribilmente gigantesco, e scappò a casa terrorizzato distruggendo il selciato per evitare di essere inseguito.

Su consiglio del nostro autista, anziché entrare dal bar entriamo da una scaletta in legno alla sua destra ed evitiamo di pagare il biglietto. Credo di aver capito che il costo richiesto è per l'audioguida e non per l'ingresso al sito che essendo naturale, appunto, è gratuito. La passeggiata è piacevolissima e le scogliere uniche al mondo. Non dimenticherò mai questa giornata. 

Tornati a Derry ci concediamo un paio d'ore di shopping sfrenato (ah se l'Italia avesse questi prezzi...) per poi mangiare un boccone e correre di nuovo a prendere il pullman di ritorno per Dublino. Questo ci mette davvero solo 3 ore. Arriviamo al Jacob's, di nuovo, dove prendiamo una stanza per riposare qualche ora.



4° giorno – la sveglia è alle 5 perché l'aereo parte alle 7.30. All'aeroporto di Dublino il check inn lo si può fare in modo semplice e veloce strisciando il passaporto elettronico in una specie di biglietteria automatica che stampa le carte di imbarco, ovvio che questo si può fare solo se non ci sono bagagli da stiva. Le nostre valigie sono stracariche e siamo stati in Irlanda solo due giorni e dobbiamo ancora passare dal duty free.  

L'aereo prende il volo e veniamo subito inglobati in una nuvola bianca, sulla terra d'Irlanda riprende a piovere.

 

Per il viaggio abbiamo speso in totale circa 350 €, un po' caro per due giorni pieni, ma l'aereo è costato molto più che in altre occasioni. 

bottom of page