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Disneyland Parigi - Francia

1° giorno ​​- alle 8 siamo al GP parking di Somma Lombardo, dove lasciamo la macchina per quattro giorni a 16 €. Da qui prendiamo la navetta per Malpensa, il nostro aereo Easyjet parte alle 9.55 diretto a Parigi Charkes De Gaulle.

Arriviamo intorno alle 11.30 e, non avendo bagagli imbarcati, possiamo subito uscire dal terminal dove ci aspetta il taxi prenotato dall’Italia. La compagnia di trasporto è la Inter Service Prestige e l’autista ci attende con un cartello con il mio nome. Il costo del servizio è 150 € per andata e ritorno, ma essendo in sette ad usufruire del servizio, è molto conveniente.
Arriviamo al Santa Fé e velocemente sbrighiamo il check in, la camera sarà pronta solo dalle 15 in poi e dobbiamo scegliere a che ora fare la colazione dei prossimi tre giorni perché a seconda dell’orario ci viene consegnato un tagliandino diverso da mostrare poi all’addetto delle colazioni.

 

DISNEYLAND
Appena possibile entriamo nel parco e dopo un brevissimo sguardo al castello e alla Main Street, entriamo subito nel mondo di Frontierland, il tema è il Vecchio West Americano del 19° secolo, patria di cowboy e pionieri, saloon, canyon di roccia rossa e corsa all’oro. È l’ultimo giorno della tematizzazione di Halloween e quindi riusciamo a vedere le decorazioni di zucche e fantasmi che ornano quest’area del parco e la Main Street.
Prendiamo subito il fastpass per le Big Thunder Mountain che sono un genere di montagne russe su di un vecchio trenino di una miniera, niente giri della morte o avvitamenti strani, solo un pezzo di galleria completamente al buio è il tratto forse più esaltante. Il fastpass consiste in un biglietto che si riceve negli appositi distributori strisciando il proprio biglietto di ingresso al parco e che porta scritto l’orario al quale si potrà tornare all’attrazione e passare senza fare coda, una sorte di appuntamento.
Ci dirigiamo quindi verso la Phantom Manor, appena fuori questa c’è lo stand di Jack Skeleton e Sally di Nightmare Before Christmas, il celebre film di Tim Burton. La coda per l’ingresso è di circa una mezz’oretta. L’attrazione è molto ben congeniata. La villa infestata ricorda il Motel di Psicho, la coda è piuttosto scorrevole e permette di assaporare ogni dettaglio del giardino/cimitero che circonda l’attrazione. Ciò che distingue davvero Disneyland da tutti gli altri parchi a tema concorrenti è proprio la maniacale cura per i dettagli che lo porta ad essere ad un livello superiore perché il visitatore si sente immerso nell’atmosfera e non superficialmente coinvolto, l’esperienza è completa.
La Phantom Manor riprende la storia di una futura sposa che, per motivi che non mi sono particolarmente chiari, non riesce ad unirsi in matrimonio con il suo amato e percorre i corridoi della villa piangendo. Prima di salire sulle poltroncine vittoriane che saranno il mezzo sul quale visitare tutta l’attrazione, sulla destra si vede un quadro di una vecchia donna che segue ogni nostro movimento, si tratta di una tecnica di riproduzione delle immagini in tridimensionale, è davvero ben fatto. Una scena molto bella è quella della sala da ballo con gli ologrammi danzanti e quella dei busti del cimitero che cantano, qui si tratta di una proiezione, fatta egregiamente. La seconda parte, forse un po’ meno originale, ha un’ambientazione da classica attrazione degli orrori con scheletri e zombie.
Proseguiamo spostandoci verso Adventureland animata da pirati e avventurieri, prendiamo subito il fastpass per Indiana Jones and the Temple of Peril e visitiamo la capanna di Robinson Crusoe, veloce, senza fila né troppe pretese, però ben curata e costruita. Passeggiamo poi tra le varie mini attrazioni collegate come il ponte sospeso, la grotta del tesoro e altri.
Proseguiamo con l’attrazione dei Pirati dei Carabi, che, da sola, è costata come tutto il parco di Asterix e Obelix che si trova anch’esso alla periferia di Parigi. L’originale, costruita ad Anaheim in California, il primo parco Disneyland ad aver aperto i battenti nel lontano 1955, è considerata la più bella attrazione nel suo genere mai costruita al mondo. Inoltre l’attrazione ha ispirato il primo film della saga “la maledizione della prima luna” e non viceversa.
Torniamo da Indiana Jones che è ambientato in un tempio indonesiano e facciamo l’attrazione con un tempo di attesa brevissimo. Ci dirigiamo quindi verso la Big Thunder Mountain che è rimasta chiusa per manutenzione per circa un’oretta. La prima parte del percorso passa al di sotto del lago e la seconda si snoda nell’isoletta al centro di questo. Ormai è buio e la vista del parco illuminato lungo il percorso è splendida.
Ci dirigiamo verso Discoveryland passando per Fantasyland e approfittiamo della parata alla quale tutti accorrono per andare a It’s A Small World che è praticamente vuoto. Questa attrazione, o meglio la prima versione quella per Anaheim, era stata immaginata per la fiera mondiale di New York del 1964, il concept era quello di un libro pop-up che raccontasse dei diversi paesi del Mondo, per rendere tangibile il concetto di fratellanza ed amicizia che aveva Walt Disney. La musica giocosa scelta per il percorso si insinua nella mente ed è difficile da scacciare, sicuramente verrà ricordata anche dopo essere tornati a casa. Alla cerimonia di apertura dell’attrazione furono invitati alcuni bambini provenienti da diversi paesi che versarono nel fiume dell’attrazione l’acqua dei loro sette continenti.
La piccola crociera salpa alla volta di tutti i paesi ed è un coloratissimo e vivace spettacolo per tutte le età.
Al termine giungiamo finalmente a Discoveryland che è l’ultimo mondo che ci resta da visitare, questo è liberamente ispirato alle avventure di Jules Verne e alle opere di Leonardo da Vinci. Il concetto di creare una terra del futuro era troppo a rischio di invecchiamento negli anni, così decisero di creare un luogo dove inserire tutti quei progetti che guardavano al futuro, ma ambientati nel passato.

 

2° giorno andiamo a colazione un paio d’ore prima dell’orario del nostro biglietto, ma ci fanno entrare senza battere ciglio. Capiamo così che l’orario è più che altro un’indicazione. Il buffet è abbondantissimo, non molto vario, ma buono. Di fronte all’hotel c’è la navetta gratuita che ci porta al parco. Essendo ospiti degli hotel di Disneyland abbiamo l’opportunità delle “ore di magia in più” ovvero due ore prima dell’apertura del parco per girare in questo senza l’afflusso dei turisti giornalieri, decidiamo oggi di entrare prima agli Studios.

 

WALT DISNEY'S STUDIOS
L’attrazione più gettonata del parco è il Nemo Crush Coaster e già alle 8 la fila è lunga, ma decidiamo di farlo ugualmente. L’ultimo pezzo di coda all’interno del capannone è molto carino perché riproduce un porto al tramonto. Si sale quindi su dei gusci di tartaruga rovesciati e incomincia l’avventura. All’inizio si vedono le profondità marine, è molto bella la stanza delle meduse, poi comincia il vero coaster ambientato nelle correnti australiane del lungometraggio, davvero bellissimo, è valso ogni secondo dell’interminabile fila fatta!
Carichi di adrenalina andiamo alle montagne russe dedicate agli Aerosmith. La particolarità di queste è di partire da fermi con una forte spinta, poi si sviluppano al buio. Questa prima volta le casse per la musica non funzionavano e non è stato particolarmente coinvolgente o almeno lo è stato meno di altre attrazioni, le volte successive invece ha sempre funzionato.
Facciamo poi la Tower of Terror, per la quale avevamo preso in precedenza il fastpass. Anche qui è necessario elogiare la cura nei dettagli perché l’albergo è ricreato in modo splendido. Una volta saliti sull’ascensore, poi, il cielo stellato che si vede prima della caduta nel vuoto è indimenticabile. Sullo stesso genere ci sono anche i paracaduti di Toy Story, attrazione adatta anche ai bambini, ma non così blanda come sembra. Qui c’è anche l’opportunità di entrare spaiati e di fare meno fila, coprendo i buchi.
Torniamo al parco di Disneyland e prendiamo il fastpass dello Space Mountain. Quindi facciamo un giretto nel Nautilus, rifacimento del sottomarino del capitano Nemo, carino, ma nulla di eccezionale. Mangiamo qualche panino con la vista dei corti Pixar nel teatro di Videopolis e torniamo quindi allo Space Mountain che è stato ristrutturato nel 2005 con una nuova colonna sonora ed effetti speciali e che per questo motivo si chiama “Missione 2”. Il genere è quello adrenalinico delle montagne russe nell’ambientazione dello spazio cosmico, nella rampa iniziale si passa da 0 a 80 km/h in soli due secondi. Gli effetti speciali sono splendidi.
Una curiosità di questa land è che nel negozio Constellations c’è una vetrina che non ha mai cambiato la merce esposta sin dal primo giorno di apertura del parco, nel 1992.
Pioviggina un po’ e ci ripariamo nel castello andando fino alla cima per vedere le sue vetrate, poi scendiamo a vedere il drago di Malefica. Quando usciamo dalla grotta ha già smesso di piovere, così torniamo nelle attrazioni che ci sono piaciute di più: i pirati dei caraibi, Indiana Jones e ancora le tazze e il labirinto di Alice.
La sera verso le 20.30 andiamo al castello per vedere lo spettacolo per il festeggiamento del 20° anno di attività del parco. Dura circa 25 minuti ed è un susseguirsi di proiezioni, fontane, fuochi d’artificio e musica. Mentre lo guardo, rapita, cerco di pensare a quanti ingegneri, scenografi, informatici possono aver reso possibile tutto questo. Le proiezioni sono eccezionali: in un attimo il castello si inonda di acqua che gocciola da ogni guglia, poi crolla, poi riappare, poi ancora si spostano le torri. Forse esagero, ma da solo questo spettacolo ha valso il prezzo del biglietto, d’altronde con 15 milioni di visite ogni anno, Disneyland è la più visitata meta di tutta l’Europa e si può permettere spettacoli di questo genere ogni sera.

 

3° giornoquest’oggi partiamo verso le 8 per Parigi, il treno ci mette una mezz’oretta e paghiamo 14 € a testa, la RER è la A e ha tre diverse direzioni, ma tutte vanno bene per il centro della città. La stazione è quella di fronte alla fermata dei bus gratuiti dell’hotel. Iniziamo la visita dal Trocadero e quindi dalla Tour Eiffel.

 

TOUR DI PARIGI

È una splendida giornata di sole e non fa per nulla freddo. Dopo qualche foto, ci dirigiamo nei giardini antistanti dove c’è una mostra all’aperto di orsi di plastica decorati ad ispirazione dei diversi paesi del mondo, molto interessante. Passeggiamo lungo la Senna per raggiungere le Petit e le Grand Palace. Nel primo è possibile entrare gratuitamente, la mostra non è particolarmente interessante, ma è molto bella la scala in stile liberty ed il giardinetto interno.
Continuiamo verso Place del la Concorde che da l’ingresso ad un parco dove ci fermiamo a mangiare ammirando l’obelisco, ancora la Tour Eiffel e, da lontano, l’Arc du Trionfe.
Attraversiamo tutto il parco e giungiamo al Louvre dove però non possiamo entrare neanche al piano delle biglietterie perché è chiuso. Qualche foto di rito e un’accesa discussione sulla “Piramide du Verre” perché io concordo con l’affermazione “una cicatrice sulla faccia di Parigi”, ma i miei amici, forse con la mente più aperta di me, non concordano affatto.
Per proseguire il lungo dibattito sulle costruzioni contemporanee ci spostiamo al Centre Pompidou e qui la distanza del nostro pensiero è incolmabile.
Ci soffermiamo un po’ nella piazza dell’Hotel de Ville, ma poi Notre Dame ci attende senza coda all’ingresso così entriamo, anche un po’ per scaldarci perché il sole sta cominciando a scendere. Avrei voluto tornare alla Saint Chappelle perché è di una bellezza unica, ma nessuno aveva voglia di accompagnarmi, così decidiamo di prendere una bottiglia di buon rosé francese e di sederci lungo la senna, tra le arcate dei ponti, a chiacchierare ed aspettare l’ora per la cena.
Verso le 19 andiamo sull’isola di Saint Louise, appena dopo l’Ile de la Cité, quella di Notre Dame, dove ci sono molti ristorantini tipici a prezzi contenuti. Dopo cena camminiamo fino alla Gare du Lion per prendere il treno di ritorno.


4° giorno - è già arrivato l'ultimo giorno purtroppo... così rifacciamo le attrazioni che ci sono piaciute di più tra Studios e Disneyland. Raccogliamo le ultime forze per entrare nei parchi alle 8 (ore magia), ma dopo pranzo siamo già sfiniti. Girovaghiamo per i negozietti che hanno cominciato ad esporre le merci natalizie. Ah che atmosfera! Le palline e le ghirlande sono bellissime! Ogni negozio è in tema e l'Emporium è bellissimo. Dai muri posticci intorno al chioschetto di ingresso svetta un albero di Natale enorme in fase di decorazione. Cominciano a vedersi i primi allestimenti di neve finta e facciamo qualche foto ricordo della nostra vacanza passata a cavallo tra Halloween e Natale. Verso le 18 il taxi ci aspetta davanti all'ingresso del nostro Hotel e finisce così la magia. 

In totale abbiamo pagato 60 € per i biglietti di andata e ritorno da Malpensa a Parigi, compresi di tasse ed adeguamenti. Per il soggiorno a Disneyland (3 notti + 4 giorni di ingressi al Parco Disneyland e ai Disney Studios) 249 € a testa.

 

 

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