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Egitto

1° giorno – partiamo da Orio al Serio (Bergamo) con un volo quasi puntuale. Sull’aereo, ad accompagnarci, c’è una referente dei Viaggi del Turchese, che incontreremo qualche giorno dopo anche ad Abu Simbel.
Arriviamo al Cairo alle 17.30 ora locale, le “nostre” 16.30. Quando usciamo dall’aereo mi sento già soffocare dal caldo. Prima di riprendere le valige, consegniamo il modulo per la richiesta del visto, che abbiamo compilato in aereo. Avendo il passaporto è una procedura sbrigativa, non lo sarebbe stato altrettanto se avessimo avuto solo la carta d’identità.
In breve ci raggiunge la nostra guida Khaled che si affianca alla referente nel dire ad ognuno il proprio albergo e numero di camera. Avendo scelto una formula a roulette, scopriamo di alloggiare nel Pyramisa. I bagagli vengono presi dai facchini e consegnati direttamente in camera. La cena è un ricco buffet nel ristorante dell’albergo.



2° giorno – come prima tappa del programma, abbiamo la moschea di Mohamed Ali, detta anche moschea d’Alabastro, dove siamo entrati dopo esserci tolti le scarpe.

 

MOSCHEA D'ALABASTRO

Appena arrivati veniamo invasi da decine di venditori che ci offrono papiri, cartoline, francobolli, statuette e libri. Ce ne liberiamo solo risalendo sul pullman alla volta del famoso bazaar di Khan El Khalili, dove rimango enormemente delusa dall’innumerevole merce di oggetti “made in China” che viene venduta. Nonostante questo riesco a comprare due scatolette intarsiate in madreperla al prezzo di 10 €, dopo una lunga contrattazione partita da 40, e un po’ di spezie varie.

 

MUSEO EGIZIO
Andiamo a pranzare su una nave da crociera attraccata sulle rive del Nilo per poi dirigerci verso il Museo Egizio dove possiamo ammirare tutti i tesori che riempivano le tombe dei faraoni. Il caldo è insopportabile se non si conta la piccola parentesi di aria condizionata che c’è nella camera che racchiude il tesoro di Tutankhamon e la sua famosissima maschera d’oro. Splendidi i tesori aurei e conservati in maniera impeccabile, ma io mi sento svenire dal caldo e la cosa che apprezzo di più sono le basse temperature.
Del museo non abbiamo fatto un giro completo, come certamente avrebbe meritato e comunque non saprei se sarei resistita, ma abbiamo visto certamente le cose essenziali. Mi ha molto stupito un mosaico da pavimento intatto dopo millenni, davvero eccezionale. La struttura come tale, non è tenuta molto bene ma conserva delle opere uniche.
Stremati torniamo in albergo dove Khaled ci propone di acquistare il pacchetto di escursioni facoltative al prezzo di 130 €, comprendente lo spettacolo di luci e suoni alle piramidi, la sera stessa, Cairo by night di domani sera, le piramidi nel deserto, che occuperà tutta la giornata di giovedì, ed il villaggio nubiano, quando saremo in crociera.
Questa vacanza è un sogno per noi e non vogliamo farci mancare nulla, le prendiamo tutte. Dopo cena andiamo, quindi, alle piramidi. Vederle per la prima volta illuminate è davvero suggestivo, lo spettacolo in sé non è particolarmente degno di nota, ma comunque piacevole.



3° giorno – partiamo alle 6 e arriviamo alla spianata davanti alle piramidi che ci sono ancora pochissimi turisti, le fotografie che riusciamo a fare non sono “contaminate” di persone e per me è molto importante per far rimanere intatta l’immagine di solennità che mi ero creata grazie ai libri sull’Egitto.

 

PIANA DI GIZA e PIRAMIDI
Anche, e soprattutto, in questo posto veniamo assaliti dai venditori si souvenirs di tutti i generi. Tra le offerte è assolutamente da evitare il giro in cammello dove viene chiesto 1 € per salire e 50 per scendere. Gironzoliamo qualche ora fra la sfinge e le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino così da vederle (e fotografarle) da ogni angolazione.
Con il passare dei minuti il sito si riempie di turisti e si perde quasi la concezione dell’opera d’arte alla quale stiamo assistendo, ma sembra più essere un luogo eretto per accentrare i turisti. Sì, siamo turisti anche noi, e certamente non diversi dagli altri, ma la sensazione che si prova vedendo le piramidi in solitudine, alle prime luci dell’alba, non si ripete più dopo quando dietro alla Sfinge si è creato un grosso parcheggio di pullman.
Visitiamo poi l’Istituto Nazionale di Papiri, diversi da quelli che vengono venduti ad ogni angolo della strada e che sono fatti con il tronco di banano, dove ci viene mostrato il procedimento di creazione della carta di papiro, è anche possibile acquistarne alcuni esemplari, ma il prezzo è piuttosto caro.

 

SAQQARA
Dopo pranzo proseguiamo per Saqqara dove si trova il complesso funerario di Zoser con il primo tentativo di piramide a gradoni sorto sul suolo egizio. A differenza di Giza, questa volta siamo nel deserto e le temperature superano abbondantemente i 40°, facendosi sentire parecchio. Inutile dirlo, nel deserto non c’è un filo d’ombra.
Dopo Saqqara è la volta del museo all’aperto di Memphis, che conserva praticamente tutto ciò che è rimasto dell’antico splendore cittadino ed in particolare il colosso di Ramses II e la sfinge di alabastro.

 

NOTTURNA AL CAIRO
Per la sera abbiamo organizzato il giro del Cairo di notte, fra le mete facoltative, che comprende un giro panoramico in pullman per proseguire poi a piedi, scortati dalle guardie, nel centro storico della città, dove visitiamo una moschea splendida della quale mi sfugge il nome, ma che dovrebbe essere sconsacrata, a quanto ho capito, infatti non è necessario togliersi le scarpe o coprirsi la testa. Le viette sono molto carine, peccato che non ci venga lasciato il tempo per soffermarci un po’. L’ultima tappa è un parco costellato di palme illuminate e laghetti artificiali dove queste ci si specchiano. Ci fermiamo in un chiosco dove tira un leggero e piacevole venticello e dove ci offrono il karkadè, al ricordo del caldo del Sahara e al pensiero che l’indomani sarebbe stato uguale, non sarei più venuta via di lì.

4° giorno – questa giornata è dedicata all’escursione facoltativa delle piramidi nel deserto.

 

PIRAMIDE DI DASHUR

La prima che visitiamo è la piramide di Dashur, prima piramide mai costruita in Egitto, piramide quindi e non un insieme di mastabe (gradoni) sovrapposte come poteva essere quella di Zoser che abbiamo visto ieri.
Questa piramide è anche detta romboidale per la sua base che non è quadrata, come quelle di Giza. La sua particolarità è la doppia pendenza dovuta al cambiamento, in corso d’opera, del progetto, viene chiamata anche piramide rossa per la colorazione che assume al tramonto. Entriamo all’interno da un cunicolo nel quale bisogna procedere accovacciati, è un po’ faticoso ed in fondo non c’è nulla da vedere se non una camera spoglia, ma da la parvenza di essere un archeologo che per la prima volta scopre questo passaggio. Usciamo presto, però, perché all’interno manca l’aria ed il caldo è opprimente.

 

PIRAMIDE DI MEYDUM
La seconda tappa è la piramide di Meydum che è stata la prima piramide ad avere la forma classica e forse proprio per questo, a causa dell’inesperienza degli architetti, la struttura collassò lasciando scoperto l’originale aspetto a gradoni, che doveva reggere il rivestimento. Anche qui siamo scesi a vedere la camera sepolcrale che, avendo un ingresso più ampio, ha reso la visita più piacevole. Nel cunicolo passava l’aria e la temperatura era addirittura più bassa che all’esterno.
Uscendo, però, il caldo è tornato a farsi sentire costringendo la maggior parte delle persone a rifugiarsi nel pullman ed i restanti pochi impavidi a scendere in un’altra strettissima tomba che conservava il primo sarcofago il granito rosa della storia. Io ovviamente ero tra quelli nel pullman.

 

OASI DI FEYUM
A pranzo siamo andati all’oasi di Faiyum, in un bel ristorante affacciato sul lago. Subito dopo siamo tornati in albergo, provati dalla giornata nel deserto.
Abbandonata ben presto l'idea di dormire un po' sul pullman mentre attraversavamo il deserto, gli scossoni invitavano alla riflessione di questi bellissimi pezzi di storia sparsi quà e là nel deserto.
Mi viene subito in mente di Amarna, senza scendere troppo nei dettagli vorrei raccontare brevemente la sua storia perchè credo sia interessante. A quel tempo il sovrano era Akhenaton che modificò il suo nome con il suffisso "aton" appunto ed instaurò una religione enoteista con il culto del dio Aton per allontanarsi dal potere che avevano i sacerdoti di Amon (potere mentale e monetario). Nella stessa epoca ci fu anche l'unione tra Basso ed Alto Egitto e quindi il problema di scegliere tra la capitale di Mephis e quella di Tebe, il faraone decise così di costruirne una ex-novo a metà fra le due e di chiamarla Amarna. Moltissimi furono i cambiamenti, volutamente in contrasto con gli usi precedenti anche in campo architettonico. Per quanto riguarda l'edificazione dei templi del dio Aton (Sole), questi non potevano essere bui come quelli costruiti in precedenza per altre divinità. Le residenze venivano costruite e progettate dagli archietti reali, questo per invogliare gli abitanti delle vecchie capitali a trasferirsi, anche i villaggi operai, che vennero costruiti per coloro a cui era affidato il mantenimento della città, erano nuovi e con le abitazioni tutte uguali, forse l'analogia con i villaggi inglesi dell'epoca industriale è azzardato, ma è quello che mi viene in mente. Le grandi ville avevano piccoli laghetti artificiali, ma non mancavano anche i luoghi pubblici ed il palazzo reale.
Bè in sostanza era una città completamente nuova, dove la popolazione si era insediata appena finita la costruzione. I cambiamenti effettuati come lo spostamento di sede, il cambio di culto (cosa non da poco per il popolo egiziano) e quello di stile di vita hanno fatto che sì che il popolo non accettasse di buon grado questo sovrano innovatore e quando egli morì la città tornò a spopolarsi, venne distrutta per recuperare materiale per erigire altri monumenti al nuovo dio "in voga" Amon, nuovamente.
La sua arte chiamata "amarniana" è molto differente sia da ciò che la precede che da ciò che la segue, si discosta molto dall'arte un po' piatta tipica degli egizi, qui il viso e le labbra sono carnose, gli occhi a mandorla e tutti i tratti sono quasi esasperati. Sono così infatti le rappresentazioni di Akhenaton e della sua moglie prediletta Nefertiti che per un breve periodo divenne anche coreggente d'Egitto insieme al marito.
Tutto quello che questo faraone "eretico" ha costruito è stato distrutto sia dai suoi contemporanei che dai nostri, infatti quando il sito è stato riscoperto, ogni reperto è stato inviato nei musei di tutta Europa, sul sito originale non resta quasi più nulla. Non rientra neanche nei tour del Nilo perchè non c'è più nulla da vedere.

5° giorno – partiamo presto per l’aeroporto del Cairo dove ci attende il volo per Abu Simbel.

 

TEMPIO DI ABU SIMBEL e DELLA REGINA NEFERTARI

Arriviamo a metà mattinata, il tempio è a pochi metri dal lago Nasser ed è stupendo e ancora di più lo è il suo interno, perfettamente conservato e dipinto. È davvero un peccato non poterlo vedere sgombro di persone e con la frescura del primo mattino, come con Giza, ma è talmente bello che lo sarebbe con qualunque condizione.
Anche il meno famoso tempio della regina Nefertari, moglie di Ramses, è altrettanto bello, nonchè l'unico tempio in Egitto dove una donna ha la stessa importanza del faraone, lo stesso Ramses lo ha fatto scrivere sulla facciata.

Nel 1960 il presidente egiziano Nasser decise l'inizio dei lavori per la costruzione della grande Diga di Assuan, opera che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale.
Tale grande progetto rischiava di cancellare numerose opere costruite dagli antichi egizi tra cui gli stessi templi di Abu Simbel. Grazie all'intervento dell'Unesco, ben 113 paesi si attivarono inviando uomini, denaro e tecnologia, per salvare il monumento.
Vennero formulate numerose proposte a tale scopo e quella che, infine, ottenne maggiori consensi fu quella di tagliare, numerare e smontare blocco per blocco l'intera parte scolpita della collina sulla quale erano stati eretti i templi e successivamente ricostruire i monumenti in una nuova posizione 65 m più in alto e 300 m più indietro rispetto al bacino venutosi a creare.

Rimaniamo un oretta abbondante per poterli vedere a fondo, poi torniamo al pullman, ma non prima di essere passati dalle bancarelle che vendevano bellissime sciarpine a 15 € e, avendo ormai capito il meccanismo, ho spinto la contrattazione fino a 2 €. Il venditore ha accettato, segno che mi ha comunque fregato, e mi ha elogiato la splendida trama della sua seta egiziana. Facendomi leggere l’etichetta in arabo da Khaled ho scoperto essere 100% acrilico, e questo me lo aspettavo, ma addirittura made in China.
Il viaggio in pullman alla volta di Aswan dura tre ore ed è una bellissima traversata del deserto dove riusciamo a vedere anche i miraggi.

 

ISOLA ELEFANTINA e VILLAGGIO NUBIANO

Quando arriviamo in nave pranziamo e riposiamo per qualche momento prima di ripartire per il giardino botanico sull’isola Elefantina, carino, ma non eccezionale, poi subito dopo andiamo al villaggio nubiano, davvero bello, ma purtroppo ci fermiamo troppo poco, avrebbe meritato almeno un paio d’ore.
La sera scorre con uno spettacolo nubiano di cui ci perdiamo la prima parte perché intenti ad ammirare il cielo d’Africa dal ponte superiore della nave, questo vale più di ogni altro spettacolo.

6° giorno – ancora un po’ addormentati andiamo a vedere la cava di granito, dove c’è un obelisco incompiuto steso su un fianco. È impressionante pensare come queste enormi costruzioni venissero tagliate a mano da un blocco unico, trasportate ed erette.
Subito dopo siamo andati alla diga di Aswan ed al laboratorio di essenze dove acquistiamo estratto di menta medicinale e di fiore di loto e 42 € entrambi.

 

TEMPIO DI PHILAE
Proseguiamo la visita con il tempio di Philae che, come Abu Simbel è uno dei fortunati monumenti che sono stati salvati.
Il tempio è ben conservato, cosa che purtroppo non si può dire delle pitture che sono state perse perché, anche prima del salvataggio, nei periodi di piena del Nilo, il tempio veniva sommerso sino a metà dalle acque del fiume. Tornando alla nave vediamo il tempio che si specchia nell’acqua ed è un immagine davvero suggestiva da portarsi a casa come ricordo.

 

TEMPIO DI KOM OMBO
Dopo pranzo andiamo al tempio di Kom Ombo ed attracchiamo con la nave direttamente ai suoi piedi. Questo tempio è consacrato a due divinità, il falco Horus ed il coccodrillo Sobek. Perfettamente diviso in due parti per la lunghezza, ogni rilievo di sinistra lo troviamo anche a destra con il cambio del protagonista e così per tutte le stanze con una simmetria stupefacente. Sul muro esterno notiamo la celebre parete degli strumenti chirurgici, testimonianze delle conoscenze mediche degli antichi egizi.
Tra i bassorilievi quello che mi colpisce di più rappresenta una donna con un vestito a fiori, è un'immagine modernissima, mi risulta difficile credere che sia opera di un'antica civiltà.
Rientriamo nella nave che è ancora presto per la cena e ci rilassiamo in piscina godendoci uno splendido tramonto sulle rive del Nilo.
Dopo cena si fa un gioco per eleggere le coppia ideale e, dopo una serie di prove, strappiamo la vittoria a tre coppie di sposini in luna di miele. Verso le 11.30 passiamo le chiuse di Esna che non sono quello spettacolo che ci avevano descritto.

7° giorno - il mattino ci alziamo molto presto per visitare la Valle dei Re, dove un trenino ci porta nella zona delle tombe, ma lì, purtroppo, non possiamo portare macchine fotografiche, ci sono degli splendidi dipinti e delle volte stellate che avrebbero meritato di essere immortalate.

 

VALLE DEI RE

Visitiamo tre tombe, tra le quali la più bella era stata aperta giusto il giorno prima. Non è mai possibile visitarle tutte perché vengono aperte a rotazione, solo quella di Tutankhamon è aperta quasi tutto l’anno, noi la vediamo da fuori, ma non entriamo perché ci vuole un biglietto a parte e Khaled dice che è piuttosto spoglia.
 

TEMPIO DELLA REGINA HATSHEPSUT

Subito dopo andiamo al tempio della regina Hatshepsut, unica donna che ricoprì la carica di faraone, ma il caldo ed il sole non mi permettono di salire la lunga scalinata che porta alla terrazza superiore, così rimango in quella inferiore dove noto degli angoli con degli splendidi dipinti ben conservati ed ascolto la spiegazione di questi da una guida spagnola.
 

VALLE DELLE REGINE

Subito dopo proseguiamo per la Valle delle Regine, in tutto simile a quella dei Re e anche questa conservata benissimo. Prima di tornare in nave vediamo i colossi di Memnon, giganti di pietra, unica testimonianza dell’antica presenza di un tempio in quella posizione.

 

TEMPIO DI KARNAK
A metà pomeriggio, quando la temperatura cominciava a farsi sopportabile, iniziamo la visita al tempio di Karnak, la cui costruzione durò 17 secoli e, per i suoi tempi, è davvero imponente. Facciamo, come da rito, sette giri intorno allo scarabeo, così che possano avverarsi tutti i nostri desideri e ci perdiamo fra le colonne scolpite, una diversa dall’altra.

 

TEMPIO DI LUXOR

È ormai il tramonto quando ci dirigiamo verso Luxor, splendida costruzione, simile a quella precedente, ma che porta il peso delle diverse dominazioni che hanno interessato l’Egitto. Sulla parte alta e sinistra vediamo ergersi una moschea, con la soglia molto alta perché al momento della sua costruzione il tempio era quasi totalmente invaso dai detriti e dalla terra. In una delle ultime stanze verso il fondo, vediamo i bassorilievi egizi sovrapposti ad affreschi cristiani ed un altare di granito, segno che quella zona era stata convertita in luogo di culto.
Quando scende il sole, lo spettacolo del tempio di notte è indimenticabile ed il lungo viale di sfingi è bellissimo. Anticamente, questo viale collegava questo tempio con quello di Karnak, visto poco prima. Il viale è stato costruito dal faraone Amenothep III, all'incirca 3500 anni fa. Riusciamo a vedere e percorrere il primo tratto di sentiero che lascia Luxor, ma il suo proseguimento è sotterrato da case e strade. La nostra guida ci spiega che è in atto un progetto di valorizzazione del patrimonio che diseppellirà tutte le statue rimanenti e, nel giro di qualche anno, ricollegherà le antiche città. Credo sia un ottimo obiettivo, ho solo qualche dubbio sulla sua fruibilità perché il caldo ed il sole dell'Egitto non invoglieranno certo a percorrerlo tutto, dev'essere comunque una bella esperienza!
Oggi è il giorno del compleanno del mio compagno di viaggio, appena finito di cenare, in nave, il personale nubiano entra con una torta con scritto “buon compleanni” e canta una canzoncina nella loro lingua per lui. Probabilmente avevano letto la data sul suo passaporto, è stato un gesto carinissimo da parte loro.



8° giorno – oggi non facciamo altro che andare in aeroporto e prendere il volo per Orio al Serio che arriva puntuale alle 12.30. Possiamo concludere questo viaggio dicendo che ci siamo trovati benissimo con i Viaggi del Turchese anche se ci era stato ampiamente sconsigliato nelle agenzie di viaggio e sui forum di internet.
In totale abbiamo speso, per coppia, 1911,24 € e mi è sembrato un costo davvero onesto contando tutto quello che siamo riusciti a vedere e lo splendido trattamento avuto. Le bevande ai pasti erano escluse, me in 8 giorni abbiamo speso circa 15 € in due contando anche le birre bevute la sera. L’acqua viene fatta pagare 50 centesimi alla bottiglietta ed è un buon prezzo contando che ne sono necessarie almeno due o tre al giorno per persona perché il caldo sfinisce. È sempre disponibile nel frigorifero del pullman e si paga all’autista.
Non c’è proprio nulla da eccepire sul viaggio ed il costo è stato circa la metà rispetto alle altre compagnie.

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