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Liechtenstein

1° giorno - mentre tutti partono per le ferie estive, noi siamo gli unici a non poter fare lo stesso. Per molti italiani agosto significa vacanza sotto sole, rinfrescati dal mare, ma anche sovraffollamento delle spiagge ed interi stipendi spesi per assicurarsi un posto al sole. In ogni caso (volendo dar fondo al nostro stipendio o meno), noi non abbiamo le ferie e così per sfuggire al caldo e alla ressa di ferragosto, decidiamo di partire per il Liechtenstein. Questo è un principato ed il quarto stato più piccolo dell'Europa.

Prima di partire ho letto qualche recensione qua e là, con l'unico filo conduttore di non andare mai in Lichtenstein perchè non c'è assolutamente nulla da vedere. La cosa, però, non mi scoraggia perchè cerco un po' di relax e con soli due giorni a disposizione, non sarei ugualmente andata lontano.

Sempre le opinioni degli altri viaggiatori la dipingevano come una meta carissima, con ristoranti quasi inaccessibili, ma ancora una volta questo dettaglio non ci spaventa, partiamo con l'idea di dormire in macchina, al massimo pianteremo la tenda in mezzo al prato (tanto pare che non ci sia altro che boschi e prati) e faremo tanti pranzi all'aperto per testare il cestino da pic nic che mi è stato regalato per il mio compleanno.

 

BELLINZONA

Partiamo alle 7.30 e la prima tappa nella nostra salita verso il nord è Bellinzona, poco lontano dal confine svizzero del Lago Maggiore (sponda overst). Parto già con la cartina dei parcheggi gratuiti, scaricabile dal sito della città, ma come intuibile sono pochissimi e presi d'assalto. Riusciamo comunque a trovarne uno non lontanissimo dal centro.

Nella città le cose principali da vedere sono i castelli. In tutto ce ne sono tre, il più famoso è forse il Castelgrande (Castrum Magnum). Probabilmente tanta fama è dovuta al fatto che per raggiungerlo, oltre i ripidi viottoli a piedi, c'è un comodo ascensore gratuito da Piazza del Sole e, si sa, i turisti moderni cercano comodità ovunque.  Vi è una torre biancha ed una nera (in realtà sono dello stesso colore, ma questo è il loro nome), entrambe alte 27 metri. Il muro di cinta divide il castello in tre settori. Per salire sulle torri il biglietto è di 5 CHF (poco più di 4 €), ma è piacevole anche solo passeggiare per le mura.

Il secondo è il Castello di Montebello che si erge sull'omonimo colle, ripida la salita, ma bello il panorama sul Castelgrande. Lo stesso discorso vale per 5 CHF dell'ingresso ad alcuni corridoi.

In ultimo vi è il Castello di Sasso Corbaro, tipica fortezza sforzesca, è anche molto essenziale e merita per questo meno fama degli altri. La raggiongiamo comodamente in macchina, il parcheggio è gratuito e attaccato al castello, ci fermiamo così a fare un picnic all'ombra dei suoi alberi, prima di ripartire.

GOLA DI VIAMALA

Prima di raggiungere il principato ci fermiamo a circa un'oretta da Bellinzona in direzione Vaduz, dove si trova la gola di Viamala che è un impressionante monumento della natura. L'ingresso costa 5 CHF. La gola ha impressionato alcuni miei compagni di viaggio, ma non particolarmente me. Sicuramente è interessante, ma non so se vale una tappa, se ci sono altre alternative sul percorso. Forse comunque dipende dagli interessi che ognuno ha.

La ragazza della biglietteria ci dice che a 30 minuti di passeggiata nel bosco c'è un bellissimo ponte sospeso da vedere, così, visto che la visita era stata brevissima, decidiamo di incamminiarci per questa nuova fatica. Ecco, sì, fatica, troppa fatica per arrivarci e il ponte è carino, ma non eccezionale, non saprei se ne vale davvero la pena. Riprendiamo l'auto in direzione Liechtenstein.

VADUZ

In meno di un'ora siamo nella tanto sospirata Vaduz. Ci siamo portati dietro i passaporti perchè speravamo ci mettessero il timbro del principato, ma non ci sono dogane tra la Svizzera ed il Liechtenstein, non ci si accorge di uscire da una ed entrare nell'altro. Le prime difficoltà le incontriamo nella ricerca del parcheggio, perchè sono tutti chiusi domani (festa nazionale) e noi dobbiamo poter lasciare l'auto (che sarà anche la nostra casa ed il nostro letto) tutta la notte.

L'unico posto è lo stadio che, però, adesso è chiuso perchè è in svolgimento la partita Liechtenstein-Croazia e non fanno accedere neanche ai parcheggi. Dopo un po' che giriamo riusciamo comunque a trovarne uno provvisorio e andiamo a fare un giro della città.

Le recensioni negative che ho letto su Vaduz si sprecano, ma credo dipenda dal tipo di aspettative che uno ha, certo se la si considera una capitale europea, cosa che in effetti è, non sarà mai paragonabile alle altre, ma se la si pensa come un paesino di montagna, può essere una gita piacevole.

Il centro è piccolino, nella piazza ci sono il Conservatorio, il Governo, il Parlamento e l'unica chiesa che ho visto. Più avanti nella via pedonale c'è il Museo di Arte Contemporanea, il Museo nazionale e il Museo della Posta.

Ci fermiamo a bere una birretta al bar, chiaramente prendiamo quella fabbricata in Liechtenstein. Avevo letto che Vaduz, come tutto il regno, è carissima. In effetti lo è, costa come la Svizzera, ma tre medie le abbiamo pagate meno di 21 CHF (15 € circa) e non è una cifra folle.

Calato il buio abbiamo passeggiamo per il minuscolo centro e guardiamo i monumenti illuminati di rosso e blu, in pieno senso di patriottismo.

Torniamo al parcheggio che la partita è ancora in corso, ma ci permettono di spostare l'auto nel parcheggio dello stadio (gratuito perchè è festa, normalmente costa circa 4 € al giorno).

Domani sarà il 15 agosto, festa nazionale perchè è il compleanno del principe ereditario Alois II.

 

2° giorno - alle 10 siamo già in attesa del pullman che ci porterà al castello, ieri abbiamo camminato troppo e non abbiamo voglia di farlo anche oggi. Il pullman è gratuito perchè è festa. In pochi minuti siamo nel giardino di fronte al castello dove stanno già allestendo il palco per il discorso reale.

Subito l'idea è di una spartana festa campestre dove le signore affondano i tacchi nel prato del re. Non ci sono sedie per gli invitati (se non un paio di panchine da festa degli alpini per i disabili), quindi tutti in piedi o seduti sull'erba.

Alle 11 arriva il principe con moglie, figli, nonni e corte, annunciato dalla banda. Non c'è security, quasi si fa spazio da solo tra la folla. Ci sono sudditi (perchè si tratta di un principato) e turisti e tutti lo acclamano, grazie anche alle bandierine e allo spartito dell'inno nazionale gentilmente forniti all'ingresso da alcune signorine in costume tipico.

Il discorso del principe verte sulla situazione economica dell'Europo, ma a parte il tema non ho capito altro perchè chiaramente è in tedesco. Qualche canzone suonata dalla banda e poi tutti all'aperitivo, gentilmente offerto dal principe per il suo compleanno. Abbiamo così l'occasione di vedere il giardino delle rose, che solitamente è chiuso al pubblico. L'aperitivo comprende bibite, the, succo di mela o birra a volontà, tanti panini e frutta fresca.

Immersa in tutta questa generosità e cordialità, mi sento già una suddita del Liechtenstein o almeno vorrei esserlo. Il principe nonno, il principe giovane e tutti i principini raggiungono il castello tra la folla, niente scorta e tutti lo salutano, ma senza avvicinarsi troppo. Le principesse hanno un portamento impeccabile e ci passano di lato a qualche centimentro di distanza, mi sembra tutto irreale. Una dinastia di monarchi in carica, così semplici e umani.

Dopo il quarto aperitivo gentilmente offerto dal principe Alois, scendiamo un po' annebbiati verso il centro. In discesa la strada è piacevole e a ogni curva c'è un cartello che spiega qualcosa del principato, come il tipo di governo, l'economia del paese, epoca del castello, dinastia, etc.

Vaduz, che ieri sembrava semideserta, si è animata di stand, bancarelle e concerti. Le bandiere sventolano ovunque e la gente mangia nei tavoli allestiti sulle strade.

Andiamo a visitare il Museo di Arte contemporanea, normalmente a pagamento, ma oggi gratuito. Ammetto di non essere amante di questo tipo di opere, ma girando tra le sale ringrazio di non aver dovuto pagare il biglietto (proprio io che credo che i soldi spesi in musei sono sempre ben spesi).

Andiamo quindi al Museo della Posta, gratuito sempre, che io adoro e visito in ogni capitale europea, bè questo non è degno degli altri. Qualche francobollo non troppo esposto, pochi timbri e strumenti antichi e un piccolo laboratorio dove insegnare ai bambini ad usare la penna d'oca per scrivere, a stampare con la ceralacca e a scrivere messaggi segreti con l'inchiostro simpatico. Nulla di più.

Vediamo, infine, il Museo Nazionale, eccezionalmente gratuito oggi,  che risulta essere il più interessante, niente di che, ma qualche strumento originale e tipico del luogo lo si trova. All'ultimo piano si può anche compilare un piccolo quiz sulla storia del Liechtenstein, naturalmente in tedesco. Ecco, una cosa da dire è che l'inglese non è tenuto in considerazione per niente, nei menu, nei cartelli, nelle spiegazioni dei musei, o si parla tedesco o niente.

Entriamo anche nell'unica chiesa che vediamo, l'ingresso è carino con una doppia scala, ma all'interno è molto piccola, ad una navata soltanto, semplice ed essenziale. Probabilemente è qui che si svolgono le funzioni reali.

Non riusciamo a fermarci per i fuochi artificiali al castello, anche se gli abitanti dicono essere bellissimi, ma sono troppo tardi e noi dobbiamo rientrare in Italia.

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