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Los Angeles - Stati Uniti

1° giorno - la giornata è spesa nel viaggio di circa 2 ore per arrivare a Londra e poi altre tredici circa per arrivare a Los Angeles LAX.

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Dall'aeroporto prendiamo il free shuttle del Marriott Hotel per arrivare all'albergo, poco distante, ci sistemiamo e poi usciamo a fare un giro nei dintorni poiché tra Milano e Los Angeles ci sono otto ore di fuso orario e quindi è ancora pieno giorno.
La zona non è delle migliori però abbiamo una bella sistemazione e molti fast food vicini per cenare nei prossimi giorni.
Albergo e volo gli abbiamo pagati via internet prima della partenza e il conto totale era di 711 $.

2° giorno - dall'albergo prendiamo il free shuttle che porta all'aeroporto dal quale prendiamo un altro free shuttle che ci porta alla stazione della metropolitana più vicina Aviation LAX (linea verde).

 

HOLLYWOOD e BEL AIR
Prendiamo un biglietto giornaliero e cambiando le diverse metro (verde, blu e rossa) arriviamo a Hollywood Highland dove andiamo a vedere il Kodak Theatre dal quale si vede in lontananza la scritta "Hollywood", il Chinese Theatre il cui cortile ospita le impronte di mani e piedi delle star, il teatro delle anteprime Disney "El Captan", il tutto percorrendo la celebre Walk of Fame.
Dopo mangiato prendiamo un tour guidato per visitare Bel Air e le ville delle star che non saremmo mai riusciti a vedere a piedi. Il tour costa 20 dollari ed è il più economico che abbiamo visto in giro per Hollywood.
Terminato il tour andiamo nella Rodeo Drive, piena di negozi inavvicinabili, tra i quali al numero 210 spicca Tiffany.
Il clima è piuttosto caldo al pomeriggio, ma altrettanto freddo appena cala il sole e cala presto.

3° giorno - prendiamo i due free shuttle come già fatto ieri mattina, ma dall'Aviation LAX anziché prendere la metro, prendiamo il Bus Blu Line 3, che poi scopriremo fermare anche davanti al nostro albergo. Il biglietto è lo stesso.

 

SANTA MONICA
Dopo circa 40 minuti arriviamo alla spiaggia di Santa Monica. La strada che passa a bordo spiaggia è una passerella dove sfilano limousine e splendide ragazza in bikini, mentre giovani mamme fanno yoga su quelle che noi chiameremmo aiuole al fianco delle loro carrozzine. Si tratta proprio di uno spaccato di America da film, anche la polizia sembra finta.
Passando in mezzo ad un mercato ci facciamo tentare da un cesto di fragole che compriamo.
Sul molo (pier) ci sono molte bancarelle, pittori e un cantante, Terry Prince, che suona il suo pianoforte cantando con il tipico timbro afro-americano, mentre le onde si infrangono contro gli scogli. Adesso si che sembra di essere in un film e ci godiamo la scena mangiucchiando le fragole enormi che abbiamo comprato poco prima.
A pranzo, poi, ci fermiamo a mangiare sul pier in un ristorante della catena Buba Gump Shrimp, dove cucinano solo gamberi e gamberetti.
La nostra idea iniziale era di spingerci sino a Malibù, ma a quanto pare non esistono mezzi che portino fino a lì. Decidiamo quindi di fare a piedi le altre spiagge.

La prima è appunto Santa Monica che percorriamo a piedi fino ad arrivare alla seconda, Venice, chiamata così perché ispirata alla Venezia italiana. Oltre alla spiaggia piena di bancarelle, negozietti vari ed artisti di strada, ci si deve spingere un po' più all'interno per vedere i famosi canali.

 

VENICE BEACH
Credo sia interessante un piccolo accenno alla storia di questo quartiere, nei primi anni del 900 Kinney, un ricco imprenditore, acquistò i terreni della zona con lo scopo di realizzarne un quartiere residenziale sullo stile della Venezia italiana. Costruì canali e importò le gondole, entro il 4 luglio 1905 (data dell'inaugurazione) fece costruire un hotel e diversi padiglioni, un molo di oltre 1 km, una piccola ferrovia e molti palazzi in stile rinascimentale veneziano. Sembrava quindi che il suo sogno di una Venezia d'oltreoceano si fosse realizzato. Gli alloggi andarono a ruba e i fondi permisero di costruirne degli altri, oltre ad una grossa pista da ballo sul molo, una piscina pubblica e un acquario. Ma quando nel 1920 Kinney muore, inizia il declino, molti incendi devastano il territorio che presto subisce uno spopolamento e un'invasione di persone non corrispondenti proprio al target che si voleva dare al luogo. Non si riesce più a governare Venice e viene votata l'annessione alla città di Los Angeles. Poco dopo si scopre il petrolio sotto quei terreni e i canali vengono riempiti di cemento per aumentare le strade, il molo viene smantellato e più di 500 edifici rasi al suolo. Della Venezia utopistica del progetto, non rimane più nulla se non si contano qualche edificio qua e là con le finestre tipiche della città italiana.

Quasi prosciugati i giacimenti, negli anni Settanta viene costruita una pista di rollerblade e tutti accorrono a provare il nuovo sport, la città si riempie di nuovo di giovani che la colorano con diversi murales.

Ora la zona è di nuovo viva, ma ha completamente perso la sua vera natura. Qualche villetta si affaccia ancora sui canali superstiti, ma lo stile veneziano è quasi completamente scomparso se non che ogni tanto si scorgono piccoli dettagli, che possono tranquillamente passare inosservati. Resta comunque una zona molto vivace, colorata da artisti e personaggi interessanti.

 

MARINA DEL REY
Da lì continuiamo a piedi fino a Marina del Rey dove vediamo il tramonto e le case sulla spiaggia.
Per tornare a casa, torniamo indietro di 5 km nella direzione di Venice (sempre a piedi!) a cerchiamo l'incrocio fra il Woshington bld. e il Lincoln bld. perché è una delle poche fermate del pullman che abbiamo segnato sulla cartina che abbiamo preso in Hotel.
Il pullman ferma davanti all'hotel come avevamo previsto il mattino. Durante il viaggio ci accorgiamo del metodo per "chiamare" le fermate che consiste nel tirare una corda gialla che percorre orizzontalmente tutto il bus.
Ceniamo nel pub dell'albergo con i famosi fish&chips.

4° giorno - prendiamo i soliti shuttle e arriviamo alla fermata della metropolitana più vicina al nostro albergo, proseguiamo con i debiti cambi fino ad arrivare alla Union Station all'incontro fra le linee rossa e gialla.

 

IL PUEBLO
Usciamo dall'uscita principale della stazione e prendiamo la via davanti a noi fino a raggiungere il Pueblo de Los Angeles.
Qui visitiamo gratuitamente la casa più vecchia della città nello stile delle missioni spagnole, datata 1818. Sembra "poco" ma noi del Vecchio Continente siamo abituati a reperti ben più antichi.

Il Pueblo consiste in una grande via centrale piena di bancarelle che vendono oggetti e vestiti tipici messicani, i ristoranti sono nello stesso stile che tentano gli avventurieri con enormi churros al caramello. C'è un ufficio turistico in una vecchia casa vittoriana circa a metà della via, la vecchia signora non sembra molto disponibile a dare informazioni e completa il quadro austero dell'edificio.

 

HUNTIGTON LIBRARY
Verso le 11 prendiamo la metro per una fermata sulla linea gialla e andiamo a Little Tokio, dove però non c'è assolutamente nulla da vedere se non qualche negozietto e una torretta rossicia, proseguiamo quindi per Allen (penultima fermata metro gialla) e dopo tre chilometri a piedi seguendo la Allen Avenue arriviamo all'Huntington Library, scarsamente raggiungibile dai mezzi pubblici, senza l'uso del taxi è necessario farsi circa 3 km a piedi a tratta (andata e ritorno), questo però non deve scoraggiare, anche perchè il taxi costa circa 10 $, ma soprattutto perchè si attraversa il quartiere di San Marino, pulito e grazioso, sicuramente una piacevole (lunga) passeggiata.
Il Sig. Huntington era una magnate delle ferrovie e collezionista di libri e specie di piante. I parco della sua villa si divide in meravigliosi giardini: c'è quello delle rose, quello delle ninfee, quello giapponese, la grande serra, il giardino cinese o ancora quello desertico, in un crogiolo affascinante di culture. Il tutto mantenuto in maniera divina.
Anche la collezione di libri non deve passare in osservata perchè fra i pregevoli volumi si trova anche una delle bibbie di Gutemberg, il primo libro al mondo stampato con la tecnica dei caratteri mobili. Credo sarà l'unico esemplare che riuscirò a vedere nella mia vita. Completano la collezione numerosi manoscritti di Benjamin Franklin, Shakespeare, Bronte o Dickens. Il biglietto costa sui 20 $, quindi non è proprio economicissimo, ma vale assolutamente la pena di pagare. La dimora degli Huntington è di una classe inarrivabile, tipica dei grandi imprenditori filantropi americani. Le mostre allestite nella biblioteca sono sempre di altissimo livello, dato che la raccolta è una delle più preziose del mondo. Forse questa visita ha valso da sola tutto il viaggio a Los Angeles.

 

CHINA TOWN

Continuiamo il viaggio verso China Town, che a differenza di Little Tokio, è molto più pittoresca e caratteristica. Facciamo un piccolo giro nel quartiere e esprimiamo il nostro desiderio lanciando un centesimo nella fontana. Qui si respira un po' l'aria orientale, sarà che sono ancora inebriata dalla vista dei giardini dell'Huntigton, ecco un'altra sorpresa che Los Angeles riserva ai suoi visitatori.
Alle 4 torniamo al Pueblo a mangiare qualcosa e poi in hotel a riposarci.

5° giorno - il pullman della VIP Tours viene a prenderci davanti all'albergo per portarci agli Universal Studios. La quota è di 99 $ a testa compresa di trasporto e di entrata nel parco.

 

UNIVERSAL STUDIOS
Il parco lo immaginavo migliore anche se ci sono alcune attrazioni originali e il viaggio in trenino visitando i più importanti set cinematografici della Universal è molto interessante. Sembra sia un po' superato rispetto agli standard moderni. Visitiamo un po' di set cinematografici tra i quali ricordiamo il porto de "Lo Squalo", il quartiere di "Desperate Housewife" e la casetta di "Psico" (uh! Quanto mi ricorda quella del Pueblo con la vecchia signora coordinata), interessante certo, ma speravo si sentirmi più una visitatrice privilegiata, non so come spiegarlo, l'illusione di essere una delle poche persone che vede quei luoghi, piuttosto che il milionesimo cliente al quale propinano lo stesso giretto preconfezionato.
Le attrazioni chiudono tutte prima delle 4 e quindi ne saltiamo molte che avremmo invece fatto. Aspettando l'orario di salire sul bus andiamo nella via esterna al parco, ricca di ristoranti e negozi, dove vediamo il secondo Hard Rock Cafè della città chiamato "Hollywood", quello di Hollywood, invece, è chiamato "Los Angeles".
Tornati in albergo, usciamo per cenare al Taco Bell e scopro che l'acqua in America è sempre gratis, non erano giorni che sbagliavano a farmi il conto!

6° giorno - dopo i soliti shuttle prendiamo la metro e fermiamo a Whilshire/Western (linea rossa), scesi proseguiamo cercando la fermata del bus 16, che riusciamo a prendere di fronte a una chiesa moderna in stile europeo dedicata a San Brendan che abbiamo incontrato dopo una lunga camminata.

 

FARMERS MARKET
Arriviamo al Farmers Market dove mangiamo ognuno in una bancarella diversa. Poco lontano c'è il centro commerciale The Groove all'interno di una piazzetta dove si respira lo spirito natalizio. Alla vista della cheescake factory ci lasciamo tentare da una torta da 1550 kcal a fetta ma che risulta essere uno dei dolci più buoni che abbia mai mangiato. Andiamo a smaltire la merenda al cinema dove vediamo 2012 (10,5 $ il biglietto).
Finito il film passeggiamo per la piazzetta dove c'è un grosso albero di Natale e delle fontane danzanti.
Prendiamo la metro e facciamo una scappata a Hollywood per prendere le magliette dell'Hard Rock Cafè come ricordo da portare in Italia.
Quando torniamo in albergo ci fermiamo, come di consueto, a cenare al Taco Bell.

7° giorno - per un giorno non dobbiamo fare troppi cambi di mezzi e, dopo aver preso i biglietti per l'Ocean Express in hotel al costo di 3 $ per tutta la giornata, ci incamminiamo verso la fermata del bus, uscendo dall'albergo alla sinistra.

 

HERMOSA e REDONDO BEACH
Il pullman è il legno, rosso e con grandi finestrini, in stile vecchio e molto caratteristico. La fermata del nostro hotel è la numero 3 e noi dobbiamo raggiungere la penultima sulla cartina, il viaggio dura circa una mezzoretta. Arriviamo davanti al molo di Manhattan, poi proseguiamo a piedi fino a Hermosa e quindi Redondo, fermandoci di tanto in tanto a prendere il sole sdraiati sulla spiaggia.
A Redondo pranziamo in un ristorante vicino a una pista di pattinaggio sul ghiaccio scoperta (con 25 gradi!).
Ripercorriamo la stessa strada dell'andata, cominciando a sentire un po' la stanchezza e ci godiamo il tramonto.
Anche questa sera cena al Taco Bell. 

8° giorno - con la linea blu arriviamo alla fermata di Long Beach, facciamo un giretto del quartiere, è molto carino e in stile pescatori con un grosso porto e tante barche.

 

LONG BEACH
Con 12 $ facciamo un giro di tutta la baia con un battello che ci porta anche a vedere i leoni marini e la Queen Mary, il grosso transatlantico, purtroppo non capiamo quasi nulla di ciò che lo speaker racconta.
Tornati sulla terra ferma vediamo un Buba Gump e decidiamo di fermarci a mangiare, ma con grande delusione lo troviamo chiuso. Allora ci mettiamo alla ricerca di qualcos'altro, ma poiché è il giorno del Ringraziamento tutto è chiuso, quando ormai ci stavamo rassegnando troviamo finalmente un piccolo locale di marinai, dove ci fermiamo a mangiare il pesce.
Cerchiamo poi di raggiungere la Queen Mary a piedi, che è molto vicina in linea d'aria ma in realtà è molto distante. All'acquario ci spiegano che i pullman rossi che passano ogni tanto sono gratuiti e fanno proprio il tragitto fino alla nave. Saliamo quindi su un bus, ma arrivati a destinazione scopriamo che l'ingresso in qualunque zona della Queen Mary è a pagamento e piuttosto caro, torniamo quindi al porto e passeggiamo un po' fino al tramonto.
Tornati in albergo, abbandoniamo per una volta il Taco Bell per provare la cena della festa del Ringraziamento con tacchino farcito e dolce di zucca.

9° giorno - sempre con la VIP Tours andiamo a Disenyland, il prezzo è di 120 $ che ci viene scontato di 10 $ perché abbiamo preso anche il pacchetto per gli Universal Studios.

 

DISNEYLAND
Entrare nel primo parco che Walt Disney ha aperto e inaugurato di persona mi ha fatto un grosso effetto, anche se ho dovuto ammettere che quello di Parigi è organizzato e gestito meglio. Le code non erano molto lunghe e la giornata non molto calda.

L'edificio più importante del parco, quello centrale e immancabile in qualsiasi altro parco Disney da lì in poi, era il Castello della Bella Addormentata, pensato per l'omonimo lungometraggio al quale, contemporaneamente alla progettazione e costruzione del parco, stava lavorando lo studio.
Molto bella è stata la parata di Natale e bellissimi i negozietti in Main Street, abbiamo assistito anche ad uno spettacolo su un battello a vapore del cartone animato "La principessa e il ranocchio" non ancora uscito nelle sale cinematografiche.
Alla sera siamo usciti dopo che una voce diffondeva nel parco la notizia che non avrebbero fatto i fuochi per problemi di vento, arrivati al pullman sentiamo i botti.

10 ° giorno – dopo una mattinata passata nella piscina idromassaggio dell’albergo, prepariamo le valige e andiamo in aeroporto, ma la vacanza non è ancora finita. Arrivati a Londra con un volo nel quale mi sono svegliata una sola volta per il pranzo per riaddormentarmi immediatamente dopo, il volo per Milano è tra ben 8 ore. Prendiamo così la celebre metro londinese che ci porta nel cuore della città e facciamo un piccolo tour cittadino che comprende ovviamente il Big Ben, una struttura possente, ma molto raffinata ed elegante, poi il parlamento, Buckingham Palace, il parco al suo cospetto e qualche monumento che incontriamo per strada. Gli scoiattoli vagano davvero per il parco in cerca di qualcuno che gli dia da mangiare e i londinesi vanno davvero in giro senza ombrello anche se piove. E poi quanti taxi laccati neri e quante cabine telefoniche rosse! Sono certa che questa sarà comunque una'altra storia, prima o poi. 

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