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Orlando, Panama City e New Orleans - Stati Uniti

17° giorno - scendiamo dalla nave intorno alle 9 e prendiamo un taxi (20$ in due) per l’aeroporto dove prendiamo la nostra auto alla compagnai Budget. Quindi con il nostro navigatore prendiamo la strada per Orlando (380 km circa).  Arriviamo al Rodaway Inn, sembra carino e pulito, ma molto semplice. Il costo è di 250$ per quattro notti. Verso le 18 andiamo all’Orlando Premium Outlet, che dista circa un quarto d’ora di auto dall’hotel. Per certe cose è molto conveniente, per esempio le Converse All Star costano dai 20 ai 40$. Ed in generale si possono fare buoni acquisti. Poi andiamo a dormire presto perché il giorno dopo ci aspetta una lunga giornata.

 

18° giorno - la colazione del Rodaway è praticamente inesistente. Il Kennedy Space Center è a circa 100 km dall’hotel e ci vuole un’oretta e mezza per arrivarci. Il prezzo del biglietto è di 50$ sempre più le tasse, ma noi presentiamo l’Orlando Card, che avevamo stampato dal sito dall’Italia, ma che comunque ne abbiamo trovato una copia al Best Miami Hotel, così ci viene riconosciuto uno sconto di 10$, per l’ingresso paghiamo quindi 95$ (90$ più le tasse).

A pranzo spendiamo 25$, non è poco, ma nei parchi si sa che il prezzo non è mai economico.

 

KENNEDY SPACE CENTER

Durante il giro in bus per la Nasa vediamo moltissime aquile volare nel cielo, alcuni coccodrilli ed addirittura dei delfini che saltano nel mare. Sembra più un safari che una visita ad un centro spaziale. Il sito è molto vasto, solo con il bus si possono raggiungere alcuni punti come la rampa di lancio. Ovviamente il tutto è incentrato sul viaggio sulla luna, del quale gli americani vanno stra orgogliosi. Il tutto è ben congeniato e adatto ai turisti. Forse mi ha deluso un po’ il simulatore di viaggi interstellare perché, a Epcot, ne vedrò uno di gran lunga superiore. Ancora una volta la Disney dimostra la sua supeiorità.Prima di rientrare in hotel torniamo all’Outlet di Orlando dove c’è il Disney Store e dove possiamo comprare i biglietti per Disneyland per il giorno dopo, così evitiamo la coda. Per due giorni per due persone in qualsiasi dei parchi il costo è di 395$ (una decina di dollari in meno del biglietto acquistabile presso la rivenditoria del nostro hotel).

 

19° giorno - vista l’esperienza della mattina precedente, la colazione la facciamo da Waffle House, al fianco del nostro hotel (2-4$).

 

EPCOT
Alle 7 siamo all’ingresso di Epcot (il parcheggio costa 15$) e alle 7.30 ci fanno entrare. Vediamo subito la parte dedicata ai giochi, in particolare il simulatore (quello migliore della Nasa), il giro in volo della California, molto bello, e il simulatore di montagne russe. Poi ci spostiamo verso il grande lago dove affacciano tutti i paesi del mondo. Sono bellissimi tutti, alcuni hanno delle attrazioni (per lo più filmati, ma molto belli) e altre no, ma sono interessanti tutti da visitare.
Ogni paese ha la sua cucina ed i suoi ristoranti, noi abbiamo scelto di mangiare sushi in Giappone (25$ in due).
È l’ultimo giorno dell’anno quindi l’aria di festa che normalmente si respira, è ancora più accentuata. Lo spettacolo dei fuochi di artificio è un po’ deludente perché molto confusionario e poco ragionato.
Abbiamo scelto di visitare oggi Epcot e domani Magic Kingdom perché immaginavamo il caos di persone che avrebbe potuto esserci e, con il senno di poi, ci è andata sicuramente bene perché il parco principale al mattino ha aperto alle 8 e alle 9 già è stato costretto a chiudere i cancelli perché aveva raggiunto la capienza massima.

 

20° giorno - la mattina alle 6.30 arriviamo al parcheggio di Magic Kingdom (15$) ed è già pieno benché il parco apra alle 8.

 

MAGIC KINGDOM
La Main Street è più corta di quella di Parigi ed in generale questo parco, confrontato a quello europeo, sembra meno curato nei dettagli. Ci sono alcuni giochi che in Francia, però, non ci sono, come quello incentrato sulla Sirenetta e la Tiki Room (un po’ troppo da bambini). Nel complesso, Disneyland Parigi rimane superiore, ma è bello aver visto anche questo parco.
Abbiamo pranzato a Frontierland (25$ in due). Naturalmente ci sono moltissimi ristoranti, ma pare che sia usanza dare come merenda ai bambini lo stinco di maiale. È molto divertente infatti vedere i piccoli, anche nel passeggino, che sgranocchiano stinchi come se fossero lecca lecca.
Una delle ultime attrazioni che vediamo è la City Hall che fa capo all’ideale patriottico americano, stesso sentimento con il quale terminerà la parata luminosa, con un carro dove un’aquila dorata alta diversi metri posa su una bandiera americana enorme.
Lo spettacolo serale era molto carino, ma ancora una volta non al pari di Parigi. Sono stati fatti più di uno spettacolo, tutti uguali, e più di una parata, senza rispettare gli orari e senza comunicazioni. La stessa confusione che avevamo notato a Epcot.
 

21° giorno - partiamo da Orlando verso le 7, ma ci fermiamo subito in uno dei negozietti di souvenir sparsi per la città per gli ultimi acquisti. No ho mai fatto tanto shopping come in questa vacanza. Si ho sempre portato a casa qualcosa con riuscendo sempre ad auto convincermi che quell’oggetto a quelle condizioni non sarei mai riuscita a trovarlo in nessun’altra parte del mondo, ma a parte questo di shopping vero e proprio non ne ho mai fatto così tanto. Il mio bottino di guerra ad Orlando (oltre a quanto preso all’Outlet) consiste in qualche ricordino, una coperta di Disney World e tre giochi da tavola Disney. Adoro i giochi in scatola e adoro la Disney, non potevo esimermi. In particolare prendo l’edizione delux del Cluedo incentrata sulla Tower of Terror, con scatola e pedine in metallo, Pictionary Disney con alcune varianti rispetto al gioco normale ed un ultimo gioco fondato sulla Hunted Maison.

Ci vogliono circa quattro ore per arrivare a Tallahassee (circa 410 km) che sembra subito una cittadina carina e molto americana. Andiamo a visitare il Florida Hisory Museum ad ingresso gratuito. C’è un parcheggio multipiano sulla sinistra del palazzo, il parcheggio costerebbe 5$, ma al museo consegnano un gettone per evitare il pagamento. Il museo è carino, parte dalla preistoria (con uno scheletro di mammut), poi si passa ai conquestadores con una parte riguardante la fonte dell’eterna giovinezza tanto cercata da Ponce de Leon, quindi la guerra di Indipendenza, fino agli anni Ottanta e Novanta del Novecento. Molto carino, ma non siamo stati a leggere tutte le descrizioni.
Siamo poi andati verso il Super 8 Motel, sempre nella città di Tallahassee. A prima impressione sembra carino, un bel solarium, una bella piscina e un piacevole giardinetto. La camera però è molto buia e ricorda un motel squallido, ha anche il letto inchiodato alla parete. Alla fine dobbiamo fermarci soltanto una notta. Il costo è di 48$ per la doppia.
 

22° giorno - il mattino facciamo un giro per Tallahassee perchè splende un bel sole e vogliamo goderci la giornata.

 

TALLAHASSEE

La prima cosa che visitiamo è l'Historic Capital Museum, ad ingresso gratuito. All'inizio c'è una storia della villa che ospiterà poi la sede del governo, carina perchè è corredata da vecchissime fotografie. Alcune salette sono interessanti, ma naturalmente quelle che meritano più attenzione sono quelle del Governo e del Senato. Probabilmente sarebbe stata molto interessante una visita guidata, ma non ci siamo organizzati in anticipo. La visita comunque non porta via molto tempo perchè il complesso è abbastanza piccolino e questo dimostra le ragioni per cui negli anni Settanta hanno lasciato che il Capital si convertisse a museo ed hanno inaugurato il New Capital Building, anch'esso visitabile in parte. 

Il New Capitol è un grattacielo che sovrasta l'Historic Capital e sembra quasi schiacciarlo. Questa volta l'ingresso è monitornato dai metal detector perchè si tratta di un edificio federale in uso. Si possono visitare, anche qui, le sale del Governo e del Senato, molto più grandi e sofisticate di quelle del Historic, ma forse ciò che merita più attenzione è il 22° piano dove vi è un'esposizione d'arte contemporanea e si può godere di una vista a 360° sulla città. Possiamo quindi notare che è davvero una cittadina splendida, ricca di edifici storici ben conservati, molto ordinata e pulita, è un peccato che sia così poco visitata perchè merita senza dubbio. 

Infine vediamo l'Università, ricorda proprio quelle dei film americani. L'edificio è in mattoni rossi, circondato da un cortile con tante manche in sasso. Pochi studenti si aggirano per i luoghi, probabilmente visto il periodo saranno tutti in vacanza. Faccio un breve giretto anche all'interno, ma non è nulla di speciale. Gli spazi sono molto piccoli, non ci sono le aule magne che mi aspettavo. Da notare, che prima di trovare l'Università della Calfornia, mentre ne ero alla ricerca, mi sono inmbattuta in quella di giurisprudenza,  una sede distaccata, ma più segnalata dal navigatore. Si tratta di una classica casa colonica bianca, ma non merita particolare attenzione. 
 

PANAMA

Panama sita circa due ore e mezza da Tallahasse. La giornata è splendida e decidiamo di visitare il parco St. Andrews dove vediamo caprioli, scoiattoli ed il lago dei coccodrilli, senza coccodrilli però. C’è chi ha visto gufi reali, procioni e istrici, ma purtroppo noi non vediamo nulla di tutto questo. Ci fermiamo a fare merenda sulla spiaggia, che è davvero bellissima. È stata eletta miglior spiaggia degli Stati Uniti, quindi mi chiedo perché Miami è preferita a tutto questo? Non me lo so spiegare. Ci sono alcuni moli in legno che permettono la vista della spiaggia dal mare. Vediamo anche il tramonto (che, tra l’altro, a Miami non c’è perché è rivolta a est), sempre su una spiaggia di Panama, ma fuori dal parco.  La città è interessante  con un po’ grattacieli e un po’ casette di legno sulla spiaggia.

Quando il sole cala decidiamo di visitare il Wonderworks Museum. Il biglietto dovrebbe essere 23$, ma per chi clicca "mi piace" sulla loro pagina facebook c'è uno sconto di 1$, ovviamente lo faccio. Il percorso è carino, ma non eccezionale. Se non si da come spendere una serata senza dubbio è piacevole, ma forse il prezzo è eccessivo. All'interno ci sono tanti giochini da fare, specialmente con i bambini, e alla fine c'è un percorso fatto di corde e travi sul quale bisogna camminare (chiaramenti imbragati) all'altezza di 5 o 6 metri. Per me, che soffro di vertigini tantissimo, è stata un'esperienza sconvolgente, ma ne sono uscita viva. 

A cena siamo andati in una pizzeria che con 6$ offriva il buffet illimitato di pizze, di insalata, di pasta e di dolci, bibita o birra compresa. 

La notte, invece, andiamo all'Executive Inn, economico, ma pulito e molto meglio del Super 8. Paghiamo la cifra più bassa di tutta la vacanza 33$ in due. 
 

23° giorno - prima tappa di oggi è Mobile.

 

MOBILE

Abbiamo attraverato il confine di stato e siamo ora in Alabama. Mobile è molto carina ricorda lo stile di New Orleans per l’architettura e la musica jazz nell’aria.

La prima cosa che vediamo è il forte, dove vi è anche un ampio parcheggio gratuito e l'ufficio informazioni, quindi è in assoluto il miglior posto dove partire per la visita della città. Il forte coloniale è stato costruito dai francesi nella prima metà del Settecento, poi ha passata un po' di dominazioni finchè non è andato completamente distrutto. Nel 1976 in onore credo del Bicentenario della città di Mobile, la Francia ha donato i progetti originali per la ricostruzione del forte che così ha ripreso vita almeno parzialmente. Anche se è una costruzione nuova, è molto carino il pensiero del regalo francese e serve da museo per contenere tutti i reperti originali dell'antico forte.

Dal forte parte anche un tram gratuito chiamato Moda! che percorre le fermate più importanti della cittadina, è una bella iniziativa per aiutare i turisiti, ma è una giornata splendia con il sole caldo e noi decidiamo di percorrere lo stesso tragitto del tram, ma a piedi. Le casette sono bellissime, immerse nel verde. Credo sia un bel posto dove vivere. Ci siamo fermati in un ristorantino delizioso per pranzo e abbiamo speso circa 30$ in due con i tavolini nel giardino della Cattedrale dell'Immacolata Concezione con la facciata neoclassica, ma rossa, e due campanili ai lati, che visitiamo brevemente. 

Poco più avanti c'è un parco con tantissimi scoittoli che corrono su e giù per gli alberi e che prendono da mangiare dalle mani dei passanti.

Oggi deve esserci una particolare festività in città, ma non siamo riusciti a capire cos'è. Sui lampioni, le ringhiere, le auto e le finestre ci sono collanine viola, gialle, verdi e rosa, i colori del Martedì Grasso, anche se siamo un po' fuori stagione.

 

GULFPORT

Quando lasciamo Mobile, ci dirigiamo verso Gulfport, cambiando stato di nuovo, ora siamo nel Mississippi. Percorriamo circa 120 km, ma il clima cambia completamente, fa freddissimo e piove. Facciamo un breve giretto al porto, ma a parte questo non vediamo nient'altro da visitare. Così facciamo un salto all'outlet, sembra che non si sia altro e poi torniamo verso il Motel 6, un po' superiore qualitativamente agli altri. Pulito, semplice, ma perfetto per noi. Il costo è di 37$ per la doppia. 

 

24° giorno  - percorriamo circa 130km da Gulfport ed arriviamo all'aeroporto per lasciare l'auto e prendiamo il bus E2 che di solito porta in centro, ma oggi è domenica e a fine corsa dobbiamo prendere il bus 39. Arriviamo a casa di Katy, che abbiamo prenotato tramite Airbnb al costo di 71$ per due notti. La casa non  assolutamente adatta ad una famiglia, meno male che siamo una coppia giovane che si adatta.  La nostra "camera da letto", o così osavano definirla, era un soppalco in legno sopra un'altra stanza, i primi due gradini per salire erano la seduta e lo schienale del divano, poi c'erano altri due gradini in legno inchiodati alla parete e poi finalmente il letto, anzi no, il materasso. Oh, come ho rimpianto i letti della Carnival anche se non avevamo il matrimoniale, ma due lettini separati, e oh, quanto ho rimpianto la perfetta pulizia della nostra nave. I proprietari dell'appartamento erano davvero svitati però nonostante tutto sono stati gentilissimi con noi perchè abbiamo avuto dei problemi con la carta di credito e volevano prestarci loro i soldi, non sapendo neanche chi eravamo.

 

FRENCH QUARTIER e BURBON, ROYAL STREET (NEW ORLEANS)

La prima cosa che vediamo è il Quartiere Francese che, a discapito del nome, pare sia stato costruito dagli spagnoli ed è poco distante da casa di Katy. C'è una bella atmosfera ed i locali sono originali, la gente suona jazz per strada e agli angoli ci sono i banchetti degli indovini. Appena si esce di poco dal centro del quartiere, la Jackson Square, però, si vede il devasto che negli ultimi anni ha colpito la città. L'uragano Katrina del 2005 è stato uno dei più forti che si è abbattuto sugli Stati Uniti, ha distrutto le case e lasciato famiglie smembrate e a distanza di anni, New Orleans non si è ancora ripresa. Le case sono fatiscenti, le famiglie per bene (a parte qualche ricco nel Garden District) hanno lasciato la città che è ora a disposizione di poveri e senzatetto che affollano le vie.  Non è proprio un clima turistico e vivace, come mi aspettavo dalla capitale del jazz. 

Vediamo quindi la Jackson Square dove vediamo la Cattedrale di St. Luis e il vicino presbiterio, ingresso alla vera New Orleans, quella fatta di artisti di strada, musica, pittori e cartomanti, anche se ridotta di dimensioni, come ho spiegato prima. I palazzi con i tipici balconi in ferro battuto si affacciano sul parchetto, piccolo, ma carino, che a sua volta si affaccia sul Mississippi con le sue caratteristiche barche a ruota. Poco distante c'è il French Market 

Passeggiamo per la Royal Street e la Burbon Street, senza dubbio pittoresche, ma non nell'accezione che avrei immaginato. Adepti della religione VooDoo che vagano per la strada spargendo farina per terra e benedicendo le persone. Comuncio a capire perchè i miei padroni di casa sono così svitati, qui non abita nessuno di normale. Ci spingiamo fino al parco dedicato a Luis Armstrong con al centro un’accademia abbandonata, che attesta ancor di più il degrado della città stessa. 

 

25° giorno - New Orleans non è bella quanto speravo, in un pomeriggio ieri abbiamo visto tutto il centro e ci è avanzato anche tempo. Non credo sia il caso, comunque, di spenderci più di due giorni. Avrei voluto fare un giro delle vicine piantagioni per godere un po' dell'atmosfera di Tara, anche se so essere vicino a Charleston nel South Carolina, qui ci sono proprietà che le assomigliano. I tour sono un po' costosi però e non abbiamo più una macchina per spostarci. Troviamo quindi un compromesso nella visita del Garden District. 

 

 

GARDEN DISTRICT

Prendiamo le Streetcars ad un costo giornaliero di 3$, linea St. Charles. Si intravedono subito le case ottocentesche che hanno riempito quello che doveva essere un terreno di piantagioni. Alcune hanno un’insegna che spiega la loro storia, sono per lo più di mercanti e di borghesi, una più bella dell'altra. Il fatto di essere diventato un quartiere di moda per la borghesia ottocentesca ha fatto sì che bellissime ville riempissero gli spazi vuoti, a discapito un po' della quiete e degli spazi aperti che le piantagioni dovevano regalare. Le nuove case, per lo più in stile neoclassico, non si riescono più  a distinguere dalle antiche piantagioni.

 

PARCO CITTADINO

Riprendiamo il tram Canal Street e raggiungiamo il parco cittadino, Il parco é grandissimo. Non siamo riusciti a visitarlo tutto, ma solo la parte "costruita". Molto carino il laghetto dove abbiamo visto anche i cigni neri. Ci sono chiari cartelli che spiegano i percorsi. Abbiamo visto le statue d'arte contemporanea, veramente ben disposte e piacevoli da visitare. Nelle vicinanze c'é anche il quartiere dei cimiteri che, sebbene non siano speciali, valgono una breve visita che si può combinare a quella del parco. In bassa stagione non sono aperti i giochi per i bambini e i bar, il clima é anche abbastanza rigido, quindi la visita non porta via molto tempo.

I cimiteri di New Orleans sono tantissimi e non capisco il perchè. Molti ricordano un cimitero monumentale europeo con meno pretese, altri sono più semplici, ma sono tutti molto estesi.

Prima di tornare a casa facciamo un'ultima passeggiata in Canal Street dove si riconosce la New Orleans più metropolitana e moderna. 

 

26° giorno - un taxi (33$) ci porta fino all'aeroporto e da qui inzia il nostro ultimo viaggio. Partiamo alle 14 (ora locale) da New Orleans e arriviamo alle 15 (ora locale) del giorno dopo a Milano Linate, ovviamente tenuto conto del fuso orario e dei due scali, Dallas e Londra. Incredibilmente il volo di ritorno sembra molto più corto di quello dell'andata. Coincidenze perfette e orari sempre rispettati.

 

Abbiamo percorso poco più di 2.000 km in 27 giorni e speso circa 2.500 € per volo, alloggi, pranzi e cene, ingressi a tutte le attrazioni, ma escluso lo shopping. Sembrava una missione impossibile, ma siamo riusciti anche questa volta a stare nel budget!

 

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